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Politica e diritti
13.11.2025 - 11:36
Valditara urla alla camera
Alla Camera è andato in scena l’ennesimo scontro tra governo e opposizioni sul disegno di legge Valditara che introduce il “consenso informato” per le attività di educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Doveva essere la bandiera valoriale della destra, ma si è trasformato in un boomerang politico.

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, apparso nervoso e in ritardo, ha reagito alle critiche urlando “vergognatevi” ai banchi dell’opposizione, prima di abbandonare l’Aula con la scusa di “un impegno istituzionale”. La seduta è stata sospesa tra proteste, fischi e richieste di scuse ufficiali. Il Pd, M5S e Avs hanno denunciato “un atteggiamento patriarcale e offensivo”, accusando il governo di voler imbavagliare la scuola pubblica e il Parlamento stesso.
Nel merito, il ddl impone l’autorizzazione dei genitori per ogni progetto scolastico che tratti di sessualità, affettività o identità di genere, vietandoli del tutto nelle scuole elementari e dell’infanzia. La destra lo presenta come tutela della libertà educativa, ma le opposizioni lo leggono come un attacco ideologico ai programmi di inclusione e parità.
Come spiega il sociologo Massimo Prearo, il testo nasce dall’agenda dei movimenti anti-LGBTIQ+ e del Family Day, con l’obiettivo di ridefinire l’educazione sessuale in chiave conservatrice. Niente dati, nessuna base scientifica: solo slogan e paura del diverso.
In un’Italia segnata da femminicidi e odio omobitransfobico, il governo sceglie la censura invece dell’educazione. E la scuola, ancora una volta, diventa campo di battaglia ideologica.
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