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Università: quasi duemila idonei senza borsa

Udu: “Nel silenzio di Regione e Ministero si consuma l’ennesimo attacco al diritto allo studio”

Università: quasi duemila idonei senza borsa

Con la pubblicazione delle nuove graduatorie ESU, in Veneto esplode nuovamente l’emergenza: quasi duemila studenti idonei rimangono senza borsa e il diritto allo studio si trasforma, per migliaia di giovani, in un privilegio.
I numeri, impietosi, parlano chiaro: sono 1.957 gli esclusi dalla prima assegnazione 2024/25, cui si sommano i 1.812 idonei non beneficiari dell’anno precedente, ancora in attesa dei fondi mai stanziati da Regione Veneto.

L'Assemblea sul diritto allo studio

All’assemblea organizzata da UDU Padova il 28 novembre al Polo di Psicologia, centinaia di studenti – e le loro famiglie – hanno raccontato cosa significhi vivere in questo limbo fatto di incertezza, affitti da pagare e nessuna garanzia sul futuro.
Oltre ai dati, infatti, sono le testimonianze a restituire la gravità della situazione: c’è chi non può aprire un conto corrente per barriere bancarie, chi potrà mantenersi solo fino a febbraio, chi ha già dovuto interrompere gli studi e rientrare nel proprio Paese perché abbandonato da un sistema che promette ma non mantiene.
Viene così alla luce, con chiarezza, un paradosso che il coordinatore di UDU Padova, Marco Nimis, denuncia da anni: il Veneto è l’unica regione italiana che, nonostante gli obblighi costituzionali, continua a definanziare il diritto allo studio, scaricando costi sociali enormi su famiglie, atenei e studenti stessi.

Udu: "Studenti avevano diritto alla borsa, ogni anno dalla Regione la stessa storia"

I rappresentanti dell’Unione degli Universitari lo ripetono con chiarezza: servono risposte immediate, non promesse vaghe. Senza la garanzia che a marzo tutte le borse saranno coperte, migliaia di giovani rischiano di abbandonare l’università o di precipitare nella precarietà.
Da questa premessa, l’intervento di Matteo Greggio Miola, rappresentante in CDA ESU, diventa un atto d’accusa diretto: «Queste persone avevano pieno diritto alla borsa. È inaccettabile che ogni anno il Veneto sia l’unica regione a non riuscire a garantire ciò che spetta per legge. Dietro quei numeri ci sono vite, famiglie, sacrifici, e l’ESU continua a rispondere in modo vago mentre le istituzioni si rimpallano le responsabilità

Le storie emerse durante l’assemblea mostrano chiaramente che la crisi non riguarda solo gli studenti stranieri, ma colpisce in modo trasversale anche chi proviene da contesti italiani fragili, costringendo molti a scegliere se proseguire gli studi o rinunciare alla propria autonomia economica. Gli ostacoli burocratici, i ritardi nei permessi di soggiorno e la mancanza di lavoro per chi arriva dall’estero aggravano ulteriormente una condizione già insostenibile.
Secondo UDU Padova, quella della Regione non è una semplice inefficienza: è una scelta politica precisa. Una scelta che, anno dopo anno, crea studenti di “serie A” e “serie B”, alimentando differenze sociali e minando la funzione dell’università pubblica come strumento di emancipazione.

«Continueremo a mobilitarci in tutto il territorio» afferma Nimis in chiusura. «Non accetteremo che la Giunta Stefani prosegua sulla strada tracciata da Zaia, soprattutto ora che i fondi del PNRR stanno venendo meno. Il diritto allo studio non può essere un optional: lo garantite a tutti, oppure state violando la Costituzione. E noi non smetteremo di denunciarlo

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