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Basterà la misericordia a salvarci dal malaffare?!

germana direttoreIl prossimo 8 dicembre si aprirà il Giubileo straordinario della misericordia in un momento storico davvero diffi cile, per l’Italia, per Roma capitale – anche del malaffare - ma soprattutto per la Chiesa romana dei principi porporati, dei palazzi, della banca vaticana, degli intrighi. Anche qui, nel Veneto bianco, nella terra degli scandali del Mose, la gente è davvero scossa dalle notizie emerse nelle ultime inchieste giornalistiche che hanno evidenziato come in questi due anni anche Papa Francesco non sia riuscito a invertire la rotta di prelati che a volte, come ha detto lui, hanno “una doppia vita”. I fedeli sono davvero delusi. Questo Papa ha smosso i cuori del popolo e ha avviato un processo di riforma che nessuno poteva immaginare fi no a pochi anni fa. Così, la gente sta con lui, con Francesco, ma senza dimenticare quanto sta accadendo attorno a lui. Nessuno pensa che sia giusto generalizzare ma ciascuno di noi ha conosciuto almeno uno di quei preti chiacchierati che invece di essere pastori sono stati “carrieristi e arrampicatori”. O peggio, palancai. Figure che non hanno fatto il bene delle parrocchie in cui hanno operato. Che hanno chiesto soldi senza usare la giusta trasparenza per spiegare come li spendevano, che hanno impegnato gran parte delle risorse della parrocchia in opere di restauro così impegnative da non aver più sostanze per altro. E solo per metterci una targhetta con il proprio nome. Ma se prima il malcontento serpeggiava solo tra i parrocchiani delusi, oggi non è più così. E’ lo stesso Papa a chiedere con forza ai parroci di essere poveri tra i poveri. Senza mezze parole punta il dito contro i preti ricchi che invece di servire “si servono” intascando per sé. “Vescovi e sacerdoti vincano la tentazione di ‘una doppia vita’, la Chiesa è chiamata a servire, non a diventare ‘affarista’” ha ribadito in una recente omelia che rimarrà nella storia della chiesa. Parole semplici per un appello importante. Il papa sa bene, infatti, che dal comportamento dei preti di fronte al denaro dipende in maniera decisiva la risposta dei fedeli alla loro azione pastorale. I fedeli al loro prete perdonano il carattere diffi cile, gli sfoghi amari e anche cose più serie, ma non l’attaccamento al denaro. Perciò piace alla gente questo “povero” Papa che è diventato simile ad un eroe. Il suo popolo lo ama tanto da temere per la sua stessa vita; gli atei e i fedeli di altre religioni lo apprezzano, lo stimano. E tutti si preparano a partecipare al Giubileo straordinario della misericordia. Vien da chiedersi però se basterà la misericordia a salvare l’uomo dal malaffare dilagante.   di Germana Urbani
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