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Autovelox Padova
14.08.2024 - 09:39
Autovelox
L'uso improprio degli autovelox è al centro di un'inchiesta che ha scosso la provincia di Padova. Quattro sindaci, il prefetto e diversi dirigenti della polizia locale sono stati denunciati per truffa, falsità ideologica e materiale, frode processuale e rifiuto di atti d'ufficio. L'accusa è stata formalizzata da Gianantonio Sottile, presidente dell'associazione Altvelox, che ha presentato un esposto ai carabinieri di Sedico, in provincia di Belluno.
L'INCHIESTA E LE ACCUSE
L'associazione Altvelox, che si occupa della tutela degli utenti della strada, ha puntato il dito contro i sindaci di Cittadella, Fontaniva, Carmignano di Brenta e Galliera Veneta – rispettivamente Luca Pierobon, Alberto Trento, Eric Pasqualon e Italo Perfetti – oltre al prefetto di Padova Francesco Messina, il coordinatore della polizia locale del distretto PD1A Gledis Sambugaro, il dirigente della viabilità della provincia Marco Pettene, e i dirigenti dei vigili di Fontaniva, Galliera e Carmignano Carlo Gazzola, Loretta Bresolin e Alessia Vazzoler, con la collega ispettore del distretto Laura Vazzoler. Secondo Sottile, i dodici autovelox installati sulla regionale 53, in un tratto di 15 chilometri, sono stati utilizzati in modo improprio. "La strada è ampia, dritta e sicura, con pochi incidenti – per fortuna – e una sede viaria che difficilmente si può percorrere a 70 chilometri orari", ha dichiarato Sottile. Nonostante ciò, dal 2021 al 2023, questi dispositivi hanno generato un incasso di 17 milioni di euro per i comuni coinvolti.
I NUMERI DELL'INCASSO
I dati forniti da Altvelox sono impressionanti: Cittadella ha incassato 10.447.150 euro, Carmignano 4.219.703 euro, Galliera 1.488.910 euro e Fontaniva 1.296.263,27 euro. Questi numeri, secondo l'associazione, sono il risultato di un uso scorretto degli autovelox, che sarebbero sprovvisti della "debita omologazione" richiesta dall'articolo 142 del codice della strada. Uno dei punti chiave dell'accusa riguarda proprio l'omologazione delle apparecchiature elettroniche utilizzate dai comuni consorziati. Secondo Altvelox, i dispositivi non sarebbero conformi alle normative vigenti, e né i comuni né la polizia stradale né il prefetto di Padova avrebbero fornito dati completi sul tasso di incidentalità nei punti di installazione degli autovelox, come previsto dal codice della strada e da numerose determine del Ministero dell'Interno.
Altvelox sostiene che non vi sia un pericolo reale che giustifichi l'uso massiccio degli autovelox. "Come si legge nei dati ISTAT, il numero di sinistri e di decessi su tutta la SR 53 nei comuni interessati è molto basso e non giustifica assolutamente l'utilizzo massiccio degli autovelox", ha affermato Sottile. Alla luce di alcune pronunce della Cassazione, l'associazione ha chiesto alla procura di valutare la possibilità di emettere un provvedimento di sequestro degli apparati in questione.
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