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Tragedia Vajont
15.08.2024 - 12:14
Diga del Vajont
Il dramma del Vajont, che il 9 ottobre 1963 sconvolse la provincia di Belluno con una delle più gravi catastrofi idrogeologiche della storia italiana, avrà finalmente un’adeguata custodia e valorizzazione. I 5205 documenti processuali relativi al disastro saranno conservati presso l’Archivio di Stato di Belluno. L’annuncio è stato dato dal sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, che ha sottolineato l’importanza di questo atto non solo per la memoria storica, ma anche per la coesione sociale e culturale della comunità bellunese.
UN ATTO DI MEMORIA E COESIONE
Il decreto, firmato dal Direttore Generale Archivi, Antonio Tarasco, sancisce il trasferimento definitivo del fascicolo processuale all’Archivio di Stato di Belluno. Mazzi ha spiegato che “riportare a casa” questi documenti onora la memoria delle vittime e rinforza l’identità culturale della regione. Ha inoltre aggiunto che la digitalizzazione del fascicolo garantirà la perpetuità della memoria storica per tutti gli italiani, rendendo il patrimonio accessibile anche da remoto.
UN LUNGO PERCORSO DI DIGITALIZZAZIONE
La copia digitale integrale del fascicolo è stata trasferita all’Archivio di Stato de L’Aquila. La digitalizzazione è stata realizzata presso l’Archivio di Stato di Belluno e la pubblicazione nei sistemi archivistici nazionali è stata curata dall’Istituto Centrale per gli Archivi. Questa operazione ha visto la luce dopo un lungo periodo di preparazione e ha rappresentato un impegno significativo nella preservazione della memoria storica.
UN PATRIMONIO RICONOSCIUTO DALL'UNESCO
Il fascicolo processuale, che è stato recentemente riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio della memoria mondiale, contiene 257 buste di documentazione provenienti dai tribunali di Belluno e dell’Aquila, oltre che dalla Corte di Appello dell’Aquila. Questi documenti erano stati inizialmente custoditi nell’Archivio di Stato de L’Aquila, dove era iniziata un’operazione di inventariazione e digitalizzazione che fu interrotta a causa del devastante terremoto del 6 aprile 2009.
Nel dicembre 2009, un protocollo d’intesa tra i sindaci dei comuni di Longarone e L’Aquila, la Direzione Generale Archivi e i direttori degli archivi di Belluno e L’Aquila, aveva stabilito il trasferimento temporaneo dei documenti a Belluno. Questa soluzione era necessaria per permettere la continuazione delle attività di inventariazione e digitalizzazione.
UN TRAGUARDO DOPO 17 ANNI DI LAVORO
Dopo oltre 17 anni di lavoro, l’operazione di digitalizzazione è ora conclusa. Il Direttore Generale Archivi, Antonio Tarasco, ha sottolineato il valore di questo traguardo, dichiarando: “Finalmente, dopo ben 17 anni si conclude il lavoro di inventariazione, digitalizzazione e metadatazione di tutti gli atti processuali che testimoniano la tragedia del Vajont. È stato un impegno notevole da parte dei nostri archivi e dell’Istituto Centrale degli Archivi che consente a chiunque di consultare quegli atti anche da remoto.”
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