Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

L’incontro con la demenza

L’incontro con l’Anziano con Demenza è un incontro che mai lascia indifferenti. La demenza è una malattia che coinvolge e sconvolge tutta la famiglia sia per l’impegno assistenziale che per gli aspetti emotivi e relazionali. Il percorso e i meccanismi difensivi che vengono messi in atto quando un familiare incontra la demenza sono molto simili a quelli attuati dopo un lutto. Si innescano le stesse dinamiche e fasi: • la negazione: è la prima e la più spontanea reazione che il malato e la famiglia mettono in atto di fronte alla diagnosi. A seguito della diagnosi è comune nelle persone non credere a quello che sta accadendo e si pensa che la diagnosi sia frutto di un errore. Questo tipo di reazione è di tipo difensivo in quanto il malato e la famiglia cercano di mantenere inalterato il loro equilibrio. • l’ansia e l’iper-coinvolgimento: man mano il dolore per la diagnosi si accompagna ad un senso di disorientamento e ansia. Il familiare non sa cosa fare e soprattutto come affrontare la situazione. L’ansia e il disorientamento lo inducono ad affaccendarsi e a sostituirsi al malato in molte delle attività. Si vuole evitare al malato, ma anche a sé stessi, la frustrazione di un possibile insuccesso. L’essere molto coinvolto e iperprotettivo però è dannoso per entrambi: per il malato perché non mantiene in allenamento le competenze residue e per il familiare perché, a causa del continuo affaccendarsi, si stanca molto e più velocemente. • la rabbia: con il progredire della malattia e dei sintomi, della condizioni dell’anziano, il familiare va incontro a frustrazione, delusione, sente di aver fallito e tutto ciò sfocia in sentimenti di rabbia. • il senso di colpa: spesso accade che il sentimento di rabbia lasci spazio al senso di colpa, il quale si manifesta per diversi motivi, ad esempio: per le parole usate in un momento di rabbia, per i pensieri di frustrazione, per il senso di ineffi cacia, inutilità o perchè sentono di essere costretti a trasferire il proprio caro in una struttura. • l’accettazione: si arriva ad una fase di accettazione della malattia attraverso la presa di coscienza delle diffi coltà del malato e dei cambiamenti che inevitabilmente ci saranno. I familiari attraversano progressivamente questi passaggi con tempi e modalità differenti, ma non sempre si riesce ad arrivare all’ultima fase dell’accettazione. Il caregiving è difficile e destabilizzante. Assistere una Persona affetta da demenza signifi ca affrontare i suoi continui cambiamenti, comportamentali e cognitivi. Dal punto di vista psicologico depressione e ansia sono i vissuti più diffusi. La tensione finisce per manifestarsi anche sul piano fi sico con problemi gastrici, mal di testa, dolori alla schiena, dolori muscolari e tutta una serie di problematiche che spesso derivano dal non avere più tempo per se stessi o per non sentire di non avere suffi cienti risorse interne o esterne per poter meglio fronteggiare la situazione. Lungo tutto il percorso di assistenza, si possono provare nei confronti del proprio caro emozioni diverse, anche tra loro contrastanti: tenerezza, amore, compassione e allo stesso tempo rabbia, irritazione, stanchezza. Vedere che la propria madre non riconosce più i figli, marito, nipoti.. o che ha bisogno di essere assistita per mangiare o per lavarsi, suscita reazioni emotive profonde e contrastanti. Emozioni che rimanono impresse nel cuore per sempre. La demenza entra a far parte in maniera dirompente nel sistema famigliare e mette in discussione i delicati equilibri portando la famiglia a sua volta ad “ammalarsi”. I familiari dunque sono le altre vittime della demenza, sono le “vittime nascoste” della demenza, per questo è necessario sostenere non solo l’anziano ma anche i suoi familiari, supportarli, fornire percorsi di aiuto, interventi e formazione. E’ essenziale prendersi cura di chi si prende cura.   DR.SSA MARIA LUCIA CANIGLIA Psicologa esperta in Neuropsicologia e in Psicologia dell’invecchiamento. Svolge Corsi e Seminari in qualità di docente /Relatore. Collabora con il Centro Sollievo di Cavarzere in qualità di Psicologa, con Attività socio-cognitive, Consulenze e Corsi di Sostegno e Formazione per i caregivers.
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione