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Come affrontare il dolore cronico

dolore angologo

Parla il Dottor Pierluigi Manchiaro, Specialista in Terapia del dolore presso il Poliambulatorio Arcella

In Italia circa il 25% della popolazione soffre di dolore cronico non oncologico, ma quando un dolore si può definire cronico e quali sono le strade per affrontarlo? Ne abbiamo parlato con il Dottor Pierluigi Manchiaro, Specialista in Anestesia e Rianimazione, Farmacologia clinica e Terapia antalgica presso il Poliambulatorio Arcella. Dottor Manchiaro, quali sono le caratteristiche di un dolore “cronico”? “Il dolore cronico è un dolore che dura più del solito, in linea di massima più di due mesi, quindi un dolore che si è strutturato dal punto di vista fisio-patologico. Questo tipo di dolore rappresenta, nella maggior parte dei casi, una vera e propria malattia. Uno dei casi più comuni è quello di una patologia dolorosa normalmente gestita con i farmaci che non viene trattata efficacemente e si trasforma in dolore cronico. Quindi da un lato tutta la farmacologia diventa poco utile e dall’altro si deve pensare a un trattamento. Questo può essere di due tipi: il primo è un trattamento occasionale, in sala operatoria sotto controllo radiologico o ecografico, indicato per la gestione di patologie dolorose mantenute da neuropatie, come ad esempio il mal di schiena cronico, la cefalea cervicogenica, le patologie lombo-sacrali. Il secondo tipo è il trattamento cronico, che duri per tutta l’esistenza del paziente”. Quali sono le opzioni di cura? “In base alla condizione patologica e alla struttura generante il dolore, riconosciamo dei trattamenti che vengono sviluppati su più livelli di graduale invasività, pur rimanendo all’interno di pratiche chirurgiche mini-invasive. Dalla terapia farmacologica o riabilitativa si può arrivare a protocolli di terapia più interventistica come trattamenti infiltrativi selettivi. Ad esempio infiltrazioni per sciatica, infiltrazioni epidurali o tecniche di primo livello avanzato come la radiofrequenza pulsata o termica o interventistiche sul disco intervertebrale o sul dolore discogeno. Ulteriori tecniche antalgiche salendo d’invasività sono l’endoscopia spinale e le tecniche di neuro modulazione spinale”. Di cosa si tratta? “Con l’endoscopia spinale, tecnica terapeutica in cui l’Italia è prima per casistica e professionalità, si rimuovono aree dolorose che coinvolgono nervi spinali oppure si riescono a desumere informazioni più precise per quanto riguarda la generazione del dolore attraverso una vera e propria mappatura del canale spinale. Parlando invece delle tecniche di neuro modulazione spinale, consistono in trattamenti per la gestione di sintomi che sono mantenuti da una patologia che colpisce il sistema nervoso centrale attraverso l’utilizzo di sistemi elettrici impiantabili, ossia veri e propri mini campi elettrici estremamente sofisticati e soggettivamente adattabili ad ogni paziente. Quindi abbiamo a disposizione tantissime tecniche per la gestione delle sintomatologie dolorose croniche”. Sono tecniche dolorose o invasive? “Fortunatamente i sistemi di trattamento sono poco invasivi e non vanno a incidere sulla qualità della vita, anzi ne promuovono un miglioramento. Inoltre per curare una stessa patologia si possono usare, combinandole, tecniche ed approcci terapeutici diversi”. Come è cambiata la figura professionale dell’Algologo? “Il terapista del dolore non è più, come lo si riteneva in passato, un medico che usa oppioidi o fa infiltrazioni, ma è diventato una figura di riferimento in grado di fare da coordinatore tra varie figure diverse che lavorano in equipe (tra cui lo psicologo del dolore, il fisiatra e il riabilitatore, il chirurgo ortopedico, il neurologo) che partecipano al miglioramento della qualità della vita del paziente”. Quale sarà il futuro della terapia del dolore? “Il futuro ci riserva un’implementazione delle scuole di formazione e una maggiore sensibilità da parte dei giovani ad avvicinarsi alla terapia del dolore, che è una disciplina interessante sia da un punto di vista del buon uso dei farmaci sia per quanto concerne l’aspetto chirurgico. Altro elemento, non meno importante, è la sensibilizzazione della popolazione, che deve conoscere il “Diritto alla non sofferenza” stabilito da una legge italiana, la prima a livello mondiale a dettare delle linee guida per la gestione del dolore, anche complesso, e a promuovere l’applicazione di percorsi validati di diagnosi e di cura”. Dott. Pierluigi Manchiaro Specialista in Terapia del dolore POLIAMBULATORIO ARCELLA Via Tiziano Aspetti 106 - 35133 Padova Tel: 049.605344 - segreteria@poliambulatorioarcella.it www.poliambulatorioarcella.it
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