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Padova, assegnati 100mila euro all'ospedale per progetto per non vedenti

Dalla Regione un contributo a favore dell’Azienda Ospedale Università di Padova per sviluppare un progetto finalizzato a fornire percorsi di orientamento, mobilità e autonomia personale alle persone non vedenti in collaborazione con Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI).

La giunta regionale ha approvato una delibera attraverso la quale viene disposto un contributo di 100.000 euro a favore dell’Azienda Ospedale Università di Padova che propone di sviluppare un progetto finalizzato a fornire percorsi di orientamento, mobilità e autonomia personale alle persone non vedenti nella Regione del Veneto in collaborazione con Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI). “L’obiettivo dell’iniziativa è migliorare l’autonomia personale delle persone non vedenti – sottolinea l’Assessore alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin -. Per facilitarle saranno coinvolte nove figure professionali che forniranno loro un servizio. Si tratta di profili appositamente formati, che hanno il titolo di tecnici dell’educazione e della riabilitazione in orientamento e mobilità e autonomia personale per disabili visivi. Tali figure saranno di supporto alle persone non vedenti, aiutandole nella realizzazione di personali progetti di vita autonoma”.

Il progetto

Il progetto sarà realizzato dal Centro di Ipovisione dell’AOUP in collaborazione con il Consiglio regionale Veneto dell’UICI e verrà maggiormente dettagliato in sede di approvazione di uno schema di convenzione della durata di un anno tra la Regione del Veneto e l’Azienda Ospedale-Università Padova. “La Regione sostiene e valorizza queste iniziative perché sono fondamentali nel sostegno alle persone con disabilità.  -  conclude l’Assessore Lanzarin.  - I percorsi che supportano l’autonomia sono la strada per garantire loro e alle loro famiglie una buona qualità di vita, per questo la Regione sarà sempre al loro fianco”

Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

L’UICI, che conta su una propria articolazione in Veneto, avrà il ruolo di individuare le persone che hanno bisogno di tale figura professionale per realizzare il training sia in ambiente interno che esterno per sviluppare le competenze percettive, cognitive e psicomotorie, per acquisire e sviluppare capacità e abilità con l’obiettivo della gestione autonoma della mobilità (muoversi fuori casa, saper usare i mezzi pubblici) e dell’autonomia personale (in casa, igiene, cucina, cura personale, socialità) attraverso la formazione individuale. Si stimano necessarie dalle 20 alle 30 ore per persona per il percorso di autonomia ed indipendenza con positive ricadute in termini di qualità di vita e superamento dell’isolamento sociale.
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