La porzione di dente visibile quando sorridiamo è detta corona dentale. Avere denti belli sani e bianchi è un desiderio ormai comune, ma da cosa dipende il colore dei nostri denti? La corona è composta da vari strati che si sovrappongono, in particolare: smalto (lo strato più esterno e duro), dentina (strato intermedio meno resistente) e polpa (strato più profondo composto da vasi sanguigni e nervi). A definire geneticamente il colore del dente è la dentina, mentre trasparenza, brillantezza e lucidità sono date dallo smalto (che è traslucente). Con l’età il dente tende a scurirsi e a inglobare pigmentazioni esterne date da coloranti, cibi e bevande che introduciamo quotidianamente con la dieta; questo è dovuto all’usura e all’assottigliamento dello smalto. Il colore di base del dente, quindi, si può modificare soltanto chimicamente attraverso uno sbiancamento professionale, ma a volte a dare colorazioni anomale non è solo la genetica. A volte anche componenti esterne, farmaci o patologie che hanno interferito con la corretta crescita del dente possono portare a un dente più scuro. A volte sono addirittura semplici pigmenti che non vengono rimossi correttamente con l’igiene domiciliare quotidiana. L’utilizzo di dentifrici, polveri abrasive (come il bicarbonato) o di ricette reperite su internet molte volte può essere responsabile di danni permanenti. Sta quindi al professionista (dentista o igienista) capire e classificare la colorazione dei denti e nel caso consigliare il protocollo più idoneo da adottare per avere un sorriso migliore. Una delle pigmentazioni più frequenti, per esempio, è detta “black stain”: si tratta di una pigmentazione nera che si presenta nei bambini ma che si può riscontrare anche in età adulta, indipendentemente dal sesso. È riconoscibile perché forma una linea nera continua o tratteggiata sulla superficie del dente o sul contorno della gengiva. A causare questi depositi sono dei batteri cromogeni anaerobi che reagiscono con particelle di ferro presenti in eccesso nella saliva. Queste possono derivare dal sanguinamento gengivale o più in generale da disordini dell’omeostasi del ferro. Il trattamento classico prevede la rimozione meccanica di questi pigmenti attraverso l’igiene orale professionale. In seguito, se non si mantiene una corretta igiene domiciliare, la pigmentazione tenderà a riformarsi. Infatti, l’igiene professionale risolve solo momentaneamente i problemi estetici dati dalle black stain, ma non cura le cause della formazione di questi pigmenti. Per fortuna esistono terapie innovative di integrazione che permettono di correggere la popolazione batterica della bocca e l’eccesso di ferro presente nella cavità orale e di eliminare efficacemente queste macchie nere antiestetiche. Come sempre sarà il professionista a fare la diagnosi e a consigliarvi la terapia più idonea caso per caso, perché non tutte le bocche sono uguali e non tutti i fisici reagiscono allo stesso modo. Il fai da te, in questi casi, può causare danni non solo dal punto di vista estetico ma anche della salute dentale, quindi il modo migliore per avere denti davvero sani e un sorriso migliore è quello di recarsi dal proprio specialista di fiducia. Dott.ssa Sara Bertani Igienista Dentale Studio Dentistico dott. Bertani Vezio www.studiodentisticobertani.it
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter