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Il Disturbo Oppositivo-Provocatorio

disturbo oppositivo
disturbo oppositivoMio figlio ha un comportamento oppositivo- provocatorio “Non mi ascolta, non mi rispetta, non accetta le regole, si innervosisce facilmente, è permaloso e si arrabbia per un nonnulla; spesso si oppone alle richieste che gli vengono rivolte e tende a provocare. Si tratta di Disturbo Oppositivo- Provocatorio (DOP)? Come riconoscerlo? “Il DOP è un disturbo del comportamento, che attiene il modo in cui il bambino interagisce con gli altri, in particolar modo con gli adulti, ma anche con i coetanei. Il bambino DOP tende a sfidare i genitori o gli adulti che si occupano di lui; si irrita o fa i capricci se le sue richieste non vengono assecondate; piange e si rifiuta di accettare la decisione dell’adulto; spesso incolpa gli altri per i suoi comportamenti sbagliati”. Come facciamo a distinguere un DOP da un normale temperamento del bambino? “Innanzitutto va ricordato che il vero disturbo oppositivo- provocatorio non è molto frequente: riguarda solo il 5-10% dei bambini in età compresa tra i 6 e i 12 anni ed è più presente tra i maschi. Per parlare di DOP è necessario che i comportamenti sopra descritti siano presenti da sei mesi (o più) con una intensità e frequenza superiore a quanto ci si aspetta da un bambino della stessa età; inoltre, tali comportamenti devono compromettere il normale svolgimento dell’attività quotidiana, sia in ambito familiare che scolastico e sociale”. Quali sono le cause? “Premesso che alla base dei comportamenti che assumiamo vi è sempre una combinazione di fattori individuali (temperamento, fattori biologici, sistemi interpretativi, ecc.) e fattori di contesto (clima familiare, stili educativi, modalità comunicative e tanto altro), da alcuni studi sembrerebbe che i bambini con disturbo oppositivo-provocatorio soffrano di una carenza nel sistema che controlla l’inibizione dei comportamenti. Tuttavia, spesso è sufficiente che la rappresentazione che i bambini (o i giovani) hanno del mondo e delle cose, contrasti di continuo con la rappresentazione che ne hanno i genitori, perché si generi sfiducia e discredito reciproco, tale da alimentare un circolo vizioso tra ciò che viene considerata “causa” e ciò che è interpretato come “effetto”. Come aiutare genitori e figli-contro “È importante riconoscere ed interrompere i circoli viziosi che generano e mantengono il problema. Lo psicologo in questi casi può aiutare genitori e figli a cogliere i meccanismi che scatenano la rabbia e che provocano frustrazione da ambo le parti, sostenendoli nell’apprendimento di stili comunicativi “salvavita” per entrambi”. Dott.ssa Daniela Mario Tel e fax: 0429 4347 - Email: info@polimabulatoriosanfermo.it - Web: www.poliambulatoriosanfermo.it
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