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Trebaseleghe si mobilita contro il calo delle nascite: incentivi e qualità della vita per attrarre nuove famiglie

Il Comune di Trebaseleghe agisce contro il calo delle nascite. Intervista al sindaco Antonella Zoggia

trebaseleghe municipio

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A Trebaseleghe, piccolo comune del Padovano, il calo delle nascite non è più solo un dato statistico, ma una realtà che si riflette nei corridoi vuoti delle scuole, nei plessi delle frazioni che rischiano la chiusura, e nelle comunità locali che vedono affievolirsi il ricambio generazionale.

“Una scuola che chiude non è solo un servizio che si perde, ma un presidio sociale che si spegne”, avverte il sindaco Antonella Zoggia. In questa intervista esclusiva, racconta le misure messe in campo e la sfida di costruire una comunità viva, nonostante i numeri.

I dati demografici mostrano un calo delle nascite: che strategie sta mettendo in campo il Comune per contrastare il declino demografico?

«Anche Trebaseleghe registra un calo delle nascite, in linea con la tendenza nazionale, pur mantenendo un buon rapporto tra anziani e giovani. Si tratta di una dinamica sociologica complessa che un Comune da solo non può invertire, ma stiamo facendo la nostra parte: viene attivata ogni misura che possa sostenere le famiglie, e in particolare la maternità. Come incentivi scolastici, bonus maternità, contributi per gli asili nido e i centri estivi, sostegni per gli affitti».

Il problema si ripercuote anche nelle scuole?

«Sì, il calo di nascite si riflette direttamente sull’organizzazione del sistema scolastico locale: nel capoluogo, siamo passati da cinque a quattro classi prime, ma la situazione è ancora più delicata nei plessi della scuola primaria delle frazioni – Sant’Ambrogio, Silvelle e Fossalta – dove essendoci un’unica sezione, negli ultimi anni, tre classi prime non si sono formate per mancanza di numeri. La formazione delle classi non dipende dal Comune, ma dalle norme scolastiche nazionali: 15 è il numero minimo di bambini previsti per far partire una classe prima, con alcune eccezioni in caso di disabilità. Il rischio è di arrivare alla chiusura di plessi storici che, oltre a fornire un servizio educativo, rappresentano un presidio sociale e culturale per le nostre comunità locali. Da amministratore considero questa perdita molto più grave rispetto al risparmio economico per cui vengono accorpate le classi. Una scuola che chiude è un pezzo di identità e di solidarietà che si perde».

Ci sono politiche specifiche per incentivare le giovani coppie a mettere su famiglia nel territorio? Agevolazioni economiche per i neogenitori?

 

«Il Comune aderisce a tutte le misure regionali e statali disponibili, diffondendole con una comunicazione puntuale e facilitandone l’accesso. Il vero investimento che stiamo facendo come Amministrazione è sulla qualità della vita: scuole nuove grazie a 18 milioni di investimenti PNRR, riqualificazione urbana, spazi pubblici pensati per famiglie, equilibrio tra servizi e aree residenziali tranquille, coesione sociale e sicurezza».

Come il Comune sta affrontando il problema dello spopolamento di alcune aree del territorio?

«Trebaseleghe non vive un calo di popolazione. Anzi, abbiamo mantenuto stabilità anche durante il periodo Covid, attestandoci su 13mila abitanti. Il problema è il calo delle nascite, che si fa sentire nelle frazioni dove si rischia la chiusura di servivi educativi per l’infanzia. La sfida è più educativa e sociale che demografica in senso stretto».

Esistono progetti per attrarre nuove famiglie o cittadini da altre città o paesi?

«Sì, il nostro modello punta a rendere Trebaseleghe attrattiva coniugando qualità dei servizi, sicurezza, vivibilità e identità. Non vogliamo essere considerati solo una periferia: ci impegniamo a essere una comunità riconoscibile, accogliente, con scuole moderne, servizi efficienti e un territorio che non ha perso il suo legame umano. È questo mix che può convincere nuove famiglie a scegliere di vivere qui».

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