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Porto Tolle affronta la sfida dell'invecchiamento: rischi e prospettive in un comune sempre più anziano

Sfide demografiche e sostenibilità dei servizi sociali in un comune sempre più anziano del Delta del Po

asilo

Foto di repertorio

Porto Tolle, nel cuore del Delta del Po, si conferma come il comune veneto con la più alta percentuale di anziani: quasi un residente su tre ha superato i 65 anni. Lo rivela uno studio dello Spi Cgil Veneto, che ha analizzato i dati demografici dei comuni con oltre 5mila abitanti, tracciando un quadro preoccupante per il futuro.

Oggi, 2.832 residenti di Porto Tolle, pari al 31% della popolazione, hanno più di 65 anni. Ma il dato è destinato a impennarsi: le proiezioni indicano che entro il 2033 gli over 65 saranno il 39%, per arrivare a quasi la metà (44%) della popolazione nel 2043. Questo trend, se da un lato è specchio dell'aumento dell'aspettativa di vita, dall'altro solleva seri interrogativi sulla sostenibilità dei servizi sociali e sanitari. Attualmente in Veneto ci sono 195 anziani ogni 100 bambini tra 0 e 14 anni, un rapporto che salirà a 303 anziani ogni 100 giovani entro il 2043.

La situazione è particolarmente critica in un comune vasto come Porto Tolle, con i suoi 207 km² e una popolazione di 9mila abitanti dispersi, molti dei quali anziani e soli in zone isolate. Gli ultraottantenni, la fascia più fragile, spesso non autosufficienti o affetti da patologie croniche, rappresentano una sfida enorme per l'assistenza.

L'invecchiamento della popolazione non è un problema isolato: in provincia di Rovigo gli over 65 sono già 63mila su 235mila residenti, con proiezioni di oltre 75mila entro il 2043. A ciò si aggiunge la fuga dei giovani, un fenomeno che colpisce i centri rurali in cerca di opportunità lavorative. Il tentativo di rilanciare turismo e servizi a Porto Tolle si scontra con la carenza di risorse, aggravata dalla chiusura della centrale Enel che un tempo garantiva entrate stabili

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