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Salario Minimo: il confronto è rinviato, ma il dibattito prosegue

Il confronto sul Salario Minimo è stato rinviato di 60 giorni, la Premier Meloni ha incaricato il CNEL di studiare una proposta da presentare in Parlamento.

Nel frattempo le opposizioni hanno lanciato una petizione online per ottenere dagli elettori sostegno alla loro proposta sul salario minimo. In 24 ore raccolte oltre cento mila adesioni mandando in tilt il sito dedicato. Secondo i leader di PD, 5 Stelle e AVS l’iniziativa sta avendo un grande successo, oltre ogni aspettativa. Il tema del salario minimo rimane pertanto al centro del dibattito politico nonostante il rinvio istituzionale. Le parti sociali affrontano la questione sottolineando come la definizione salariale debba essere condivisa e concertata con le parti sociali e non per legge. Secondo il leader della CISL Sbarra, “la via più efficace per garantire salari dignitosi è l’estenzione ed il rafforzamento della contrattazione e solo in subordine, laddove la copertura sia inferiore all’80%, intervenire con la legge. La Direttiva Europea sul salario minimo e l’Ocse sono chiari”. Una regolamentazione eviterebbe anche lo sfruttamento in cui incorrono i lavoratori in occasioni di appalti e subappalti. Sottolinea Serena Sorrentino, Segretaria Generale della CGIL-Funzione Pubblica “occorre una riflessione sul rapporto tra il ricorso agli appalti, la responsabilità solidale e il salario minimo: in caso di introduzione del valore erga omnes dei contratti, il tema dell’abbattimento del costo del lavoro con il ricorso agli appalti di servizio non dovrebbe generarsi più, e in ogni caso il riferimento al salario minimo legale avrebbe la funzione di preservare la responsabilità solidale per evitare di abbassare la produttività del ciclo complessivo dei servizi resi” e continua sottolineando come “la discussione sul salario minimo legale non affronta solo il fenomeno del lavoro povero ma ci interroga come parti sociali sulla necessità di regolare in modo efficace la rappresentanza, la contrattazione collettiva, la democrazia sul lavoro”. Il tema della rappresentanza a cui si riferisce la Segretaria della CGIL-FP è la proliferazione contrattuale degli ultimi anni. Dai dati forniti dal CNEL, fino alla fine dello scorso anno risultano censiti 959 contratti collettivi nel settore privato, di cui 211 sottoscritti da CGIL, CISL e UIL (di questi, 207 coprono 13.366176 lavoratori, apri al 96,6%) e 748 Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro firmati da altre Organizzazioni Sindacali (questi coprono invece mezzo milione di lavoratori, pari al 3,4%). Questi i lavoratori che registrano salari più bassi e minori garanzie. Giulia Sciarrotta
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