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Alloggi per studenti: quale futuro tra pubblico e privato?

Il PNRR ha stanziato 960 milioni di euro con lo scopo di aumentare l’offerta di alloggi per studenti fuori sede

L'obiettivo è anche di realizzare una riforma finalizzata ad incentivare la realizzazione, da parte di soggetti privati, di nuove strutture di edilizia universitaria attraverso la copertura anticipata, da parte del MUR, degli oneri corrispondenti ai primi tre anni di gestione delle strutture”. A settembre 2023, è ripresa la protesta degli studenti di tutta Italia contro il caro-affitti. Le manifestazioni, partite da Roma con lo slogan “vorrei un futuro qui”, si sono tenute in 25 città italiane ed hanno visto diversi studenti dormire in tenda di fronte agli atenei. I ragazzi, in particolare, hanno sottolineato la mancanza di una strategia, da parte del governo, per gli alloggi universitari, borse di studio e Pnrr. “Quando uno studente non riesce a pagare laffitto, le tasse universitarie e ad accedere al welfare perché vincolato a criteri di merito, il diritto allo studio non è garantito”, hanno sottolineato gli autori della protesta. Un’ offerta adeguata di alloggi per gli studenti garantisce l’accessibilità e rafforza l’attrattività internazionale degli atenei sul territorio. Il Pnrr destina circa 1 miliardo di euro per lo student housing al fine di aumentare la dotazione di posti letto per studenti, prevedendo inoltre una riforma volta ad incentivare il coinvolgimento di capitale privato . Le misure previste dal Pnrr rispondono a due fenomeni: l’aumento degli studenti fuorisere registrato negli ultimi anni, da 784.000 a 830.000, e la carenza strutturale di alloggi per studenti universitari, che attualmente in Italia soddisfa meno dell’8% degli studenti fuorisere. Per portare l’offerta di student housing agli standard dei migliori peer europei  (tasso di apertura pari ad almeno il 20% degli studenti fuorisere), occorre incrementare l’attuale dotazione fi circa 130mila posti letto. In particolare, il Piano prevede che la riforma promuova:la partecipazione alfinanziamento di investitori privati e l’apertura a partenariati pubblico-privati, un regime di tassazione per gli investimenti privati in student housingsimile a quello applicato per l’edilizia sociale, una mitigazione dei requisiti di legge relativi allo spazio comune perstudente disponibile negli edifici in cambio di camere (singole) meglio attrezzate, agevolazioni per la ristrutturazione e il rinnovo delle strutture (prevedendo una percentuale di cofinanziamento maggiore di quella attuale del 50%) ad elevato standard ambientale, la digitalizzazione della procedura per la presentazione e la selezione dei progetti. Alcune delle previsioni di riforma sono state già realizzate da un insieme di atti normativi, e il MUR ha già pubblicato un bando da 467 milioni di euro (di cui 300 individuati all’interno dei 960 milioni di euro stanziati dal PNRR) per il cofinanziamento fino al 75% della realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari. La necessità di interventi urgenti in student housing si osserva prevalentemente nelle città universitarie del Centro-Nord. Risulta, invece, relativamente contenuta nel Sud e nelle Isole. Dei primi 30 capoluoghi con maggior fabbisogno di alloggi per studenti, soltanto tre (Napoli, Salerno e Cagliari) si trovano nel Mezzogiorno. Milano è il capoluogo in cui la domanda potenziale è più elevata: il gap stimato è di circa 16mila posti letto. Seguono, nettamente distanziate, Roma,Torino e Bologna. In queste tre grandi città, ilgap di posti letto rispetto al benchmark èstimato in circa 7mila unità ciascuna. Ladomanda potenziale risulta rilevante anchein città universitarie di medie dimensioni,come Padova e Pisa, dove il gap di alloggirispetto al benchmark è stimato in circa 5.000 unità. Per la ricerca di nuovi posti letto per gli universitari il governo ha scelto di affidarsi sia al pubblico che al privato grazie alla copertura anticipata degli oneri di gestione dei primi tre anni di esercizio. E così grazie a un censimento lanciato a maggio il ministero dell’Università e della Ricerca ha individuato 593 immobili idonei, pubblici e privati, tra uffici e magazzini dismessi, caserme e scuole da destinare ad alloggi o residenze universitarie, come l’ex carcere di San Francesco di Parma. In tutto si tratta di 67.300 posti letto, addirittura più di quelli previsti dal Pnrr. Di questi: 292 immobili per 41.618 posti letto al Nord, 177 immobili per 15.148 posti letto al Sud, 124 immobili per 10.526 posti letto al Centro. Per quanto riguarda la città di Padova, studentesse e studenti Unipd hanno la possibilità di trovare alloggio in molti tipi di residenze, collegi, appartamenti, in diversi casi convenzionati con l'Ateneo. Disponibili anche molti alloggi per studentesse e studenti internazionali, per i quali è attivo anche un International Housing Office. Ogni anno, inoltre, è indetto un concorso per l’assegnazione degli alloggi ESU. È un concorso bandito dall’ESU di Padova rivolto a studentesse e studenti regolarmente iscritti, per l’anno accademico di riferimento, all’Università ai corsi di laurea triennale, magistrale, magistrale a ciclo unico, dottorati di ricerca e destinato a porre rimedio a situazioni di particolare ed eccezionale disagio economico. Il sussidio straordinario può essere assegnato una sola volta nel corso degli studi di ogni studente o studentessa e limitatamente al conseguimento del primo titolo per ciascun livello di studio. Inoltre è incompatibile con la borsa di studio erogata con fondi stanziati dalla Regione Veneto, dall'Università di Padova, dal Ministero degli Affari esteri, da Regioni a statuto speciale, da Province autonome o con altro intervento, anche straordinario, erogato da qualsiasi altro soggetto pubblico o privato per l’anno accademico di riferimento.   Giulia Sciarrotta
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