Si chiama Alà Yassin. E’ il Presidente della Cooperativa Orizzonti, la stessa che gestisce l’accoglienza del nucleo più numeroso di richiedenti asilo arrivato questo autunno a Vigonza e che ha trovato posto in una grande casa nella zona rurale tra Vigonza e Barbariga. Se fino ad ora, l’inserimento dei profughi a Vigonza non ha destato particolari problemi, gran parte del merito è anche suo e degli operatori di Orizzonti, la cooperativa che lui stesso ha creato. “Però se fino ad ora - dice il dottor Yassin, 44 anni, psicologo laureato a Padova e specializzato in psicoterapia transculturale - le cose sono andate bene, buona parte del merito è stato anche dell’amministrazione comunale e in particolare del Sindaco Nunzio Tacchetto che si è dimostrato una persona molto intelligente e pragmatica. Non lo conoscevo, ma mi ha sorpreso positivamente”. Come sono andate le cose?“Visto il clima che si respira nel nostro Paese (Alà Yassin è di origine arabo-israeliana ma dal 2009 è anche cittadino italiano) e qui in Veneto, intorno alla “questione profughi”, non nascondo che inizialmente, riguardo all’accoglienza che avrebbero trovato i richiedenti asilo, ero un po’ preoccupato, visto la vicinanza dell’abitazione che li ospita con “La città dei ragazzi” di Vigonza. Invece, dopo che abbiamo ricevuto ufficialmente l’incarico da parte della Prefettura e ho avuto modo di parlare con il sindaco Tacchetto, per la verità già informato per conto suo, per comunicargli la data di arrivo del primo gruppo formato da 18 persone, lui ha fatto una cosa allo stesso tempo semplice e intelligente. Il giorno dell’arrivo si è presentato e ha voluto personalmente conoscere i ragazzi e poi si è attivato presso i cittadini residenti nella zona, affinché due giorni dopo venissero loro stessi a conoscerli. E’ andato proprio a suonare ai loro campanelli per avvisarli. E’ nato così un bel momento di incontro interculturale: i cittadini hanno avuto modo di rendersi conto che non avevano a che fare con un’entità astratta, bensì con dei ragazzi con alle spalle situazioni terribili da cui erano scappati attraversando mari e deserti. Successivamente, le cose sono proseguite sulla stessa linea. Non è strano che ogni tanto qualcuno si presenti con qualche prodotto del proprio orto da regalare ai ragazzi. Mi dicono che la stessa padrona della casa va spesso a trovarli, porta piante e altro, ha fatto l’albero di Natale, ha in progetto insieme a delle sue amiche di aiutare i ragazzi a fare l’orto. E poi la Caritas di Vigonza che si è resa subito disponibile a regalare vestiti e altre necessità. So che prima di Natale hanno organizzato una cena andata molto bene, avevano invitato anche me ma purtroppo non sono potuto andare. Insomma, mi pare che le cose stiano andando bene e so che anche i ragazzi si sono sentiti accogliere bene. E questo non era affatto scontato”. E adesso? “Adesso i ragazzi sono impegnati gratuitamente nei lavori socialmente utili, grazie all’accordo firmato da noi, Comune e Prefettura e si stanno comportando bene. I cittadini di Vigonza li vedono lavorare per la comunità. E siamo in procinto di avviare una collaborazione anche con Etra: qualche richiedente asilo potrà accedere a dei tirocini formativi pagati. Poco, ma pagati. Ed è un’altra buona notizia”.
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