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Crisi Afghanistan, la comunità studentesca di Unipd si stringe in solidarietà

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La Presidente Emma Ruzzon all'Innaugurazione del 799esimo Anno Accademico con la maglietta "FREE PATRICK ZAKI"

Le parole della Presidente del Consiglio degli Studenti sulla crisi in Afghanistan

«Se fossi nata in Afghanistan ora sarei in preda alla paura» comincia così l’appello alla solidarietà che la Presidente del Consiglio degli Studenti Unipd Emma Ruzzon ha voluto pubblicare nei social «è passata ormai una settimana dalle tragiche scene a cui abbiamo assistito inermi e scioccati dai nostri telefoni, eppure non è stato fatto ancora nulla», dichiara la Presidente. «Se fossi nata in Afghanistan sarei passata dall’essere studentessa e donna a vedere la mia identità completamente annullata. Sarei stata espulsa dalla mia Università; sarei stata licenziata; non sarei più uscita di casa senza un accompagnatore di sesso maschile e ogni manifesto ritraente un volto femminile sarebbe stato strappato, annullato come tutte le donne» e rincara sulla responsabilità delle istituzioni tutte «Gli afghani hanno già pagato a caro prezzo i danni di decenni di politiche imperialiste perpetrate dagli Stati occidentali e ora, nel momento del bisogno, questa tragedia sembra non toccarci. Se l’Europa è davvero patria dei diritti come si vuole sempre definire, è giunto il momento di dimostrarlo: creiamo corridoi umanitari, accogliamo e aiutiamo il popolo afghano costretto ad abbandonare la propria terra e smettiamo di nasconderci dietro messaggi di cordoglio e solidarietà che lasciano il tempo che trovano».

L'appello all'Università degli Studi di Padova

La Presidente del Consiglio delle Studentesse e degli Studenti Unipd conclude poi l’appello con un’accorata richiesta di solidarietà e sostegno per la popolazione dell'Afghanistan all’Università di Padova: «Spero che anche il nostro Ateneo possa cogliere questo appello: "Universa Universis Patavina Libertas" recita il motto della nostra Università, che dalla sua fondazione ad oggi si è sempre schierata a favore dei più deboli e a difesa della propria libertà accademica. Oggi, come Ateneo, abbiamo ancora una volta la possibilità di fare una scelta di parte, aiutando migliaia di giovani afghani a fuggire dalla propria terra e a ricostruire qui il proprio futuro: agiamo ora, prima che sia troppo tardi».

Il presidio studentesco a sostegno

Sabato pomeriggio sarà presente anche lei al presidio in sostegno della popolazione civile afghana organizzato da Udu Padova, Rete degli Studenti Medi Padova e Amnesty International Padova. Il presidio si terrà alle 15.30 di domani davanti al Comune di Padova per chiedere alle istituzioni l’apertura di corridoi umanitari che permettano di mettere in salvo migliaia di persone che non hanno più un luogo sicuro in cui vivere.   Emilia Milan
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