Già gli scorsi giorni gli studenti di diversi istituti si sono rifiutati di fare lezione, come previsto dal loro statuto. Oggi, nel cortile adiacente alla scuola, si sono riuniti gli studenti del Duca d'Aosta di Padova in una protesta per chiedere un intervento tempestivo che permetta loro di tornare in aule accoglienti.
Padova. Lo sdegno del rappresentante Amedei
''Non è pensabile che si debba fare lezione battendo i denti dal freddo. Da anni chiediamo un investimento serio e strutturale nell'edulizia scolastica per rendere idonei anche gli impianti di riscaldamento, tanto a livello di efficienza che di ecosostenibilità - dichiara dal cortile del Duca Danilo Amedei, rappresentante di istituto - Sappiamo bene che sotto i 18 gradi non ci possono essere le condizioni minime per svolgere lezione in maniera consona. Vogliamo una scuola che sia uno spazio sicuro e accogliente tanto nella didattica quanto nella struttura e ormai non è più accettabile che si vivano queste condizioni, chiediamo subito di prendere provvedimenti agli enti interessati e alle scuole!'' Le proteste in questi giorni stanno toccando diversi istituti nella Regione , oltre al Duca d''Aosta, Il Tito Livio di Padova, il Fermi - Giorgi a Treviso, Il liceo Munari di Vittorio Veneto: dal freddo nelle aule, ai problemi di utilizzo dei macchinari, alla mancanza di spazi, laboratori e investimenti nel diritto allo studio.
Padova. Proseguono le proteste
"Quello del freddo è un problema che si ripresenta puntualmente ogni anno nelle scuole di tutta la regione. Edifici vecchi, privi di isolamento termico e generale disattenzione degli enti preposti molto spesso sono le cause principali. Come studenti da anni chiediamo investimenti seri in edilizia scolastica per rinnovare i vecchi edifici e garantire agli studenti dii fare lezione in condizioni dignitose, da normativa nazionale la temperatura limite dovrebbe essere di 18° infatti. Sta per finire un altro anno pieno di contraddizioni e mancato ascolto per noi studenti. La Regione non ha battuto ciglio di fronte ad intere classi spopolate per il freddo, ci chiediamo dove sia la Donazzan quando il tema del diritto allo studio diventa centrale, quando servono interventi tempestivi. Non staremo in silenzio, continueremo a lottare per un modello di scuola e di mondo diversi, da costruire partendo dalle nostre voci!" conclude Marco Nimis, Coordinatore Rete degli studenti medi Veneto.
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