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Chiesanuova, l'ex campo di concentramento diventa "memoriale"

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Chiesanuova, l’ex campo di concentramento della Caserma Romagnoli diventerà “memoriale”

Una proposta per non disperdere una parte importante della memoria cittadina che non è caduta nel vuoto e oggi è realtà. Si tratta del progetto “Segni tangibili di Memoria nell’area dell’ex Caserma Mario Romagnoli a Chiesanuova”, partito da una mozione sottoscritta poi all’unanimità dai consiglieri e dal sindaco del Comune di Padova. A promuoverlo un gruppo di istituzioni e cittadini con l’obiettivo dii conservare alcuni spazi da riqualificare a memoria di quel tragico periodo della Seconda guerra mondiale e a uso civico. La presentazione ufficiale è stata curata da Leonardo Barattin, presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “Viaggiare i Balcani”; padre Giorgio Laggioni, vicepostulatore della causa di canonizzazione di padre Placido Cortese; Luciano Sardena, presidente della Consulta di Quartiere 6A – Padova; don Pierpaolo Peron, parroco di Santa Maria Assunta in Chiesanuova a Padova. Si tratta di un progetto collettivo per recuperare la memoria di un periodo tragico della nostra storia recente – la Seconda guerra mondiale – e per celebrare l’opera di un vero e proprio “eroe” di quel periodo: padre Placido Cortese, frate della Basilica del Santo a Padova, direttore del «Messaggero di Sant’Antonio» e da qualche mese Venerabile, che in quei giorni bui si prodigò con ogni mezzo per lenire le sofferenze degli internati in quello che fu, tra l’agosto 1942 e il settembre 1943, il Campo di concentramento di Chiesanuova. L’obettivo è conservare un edificio originale dell’ex Campo di concentramento cui attribuire un nome che richiami gli eventi passati, che porti sulla facciata esterna una targa a memoria dei fatti e che preveda al suo interno uno spazio riservato a foto e documenti dell’epoca. Uno spazio dedicato a ospitare servizi sociali e attività culturali a beneficio della popolazione del quartiere e dell’intera cittadinanza. Il progetto condiviso dal gruppo di lavoro prevede anche la conservazione di una porzione originale del muro di cinta del Campo sul fronte strada e di riservare all’interno del nuovo complesso uno spazio verde pubblico da intitolare agli internati.
La presenza e l’opera di padre Placido Cortese nel campo di concentramento sono ricordate da un cippo collocato all’interno della ex Caserma Romagnoli nel 2009 e trasferito, dopo la sua chiusura, accanto alla chiesa parrocchiale. Il progetto di conservazione della memoria contribuirebbe ulteriormente a rafforzare il ricordo dell’infaticabile attività (qualcuno l’ha definita “sovrumana”) di padre Cortese nella “piccola Jugoslavia di Chiesanuova”, alleviando le gravi sofferenze degli internati. Sono stati, del resto, l’associazione di promozione sociale “Viaggiare i Balcani” (capofila del progetto), i frati del Santo (Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova, Rettorato della Pontificia Basilica di Sant’Antonio di Padova, Vicepostulazione della causa di canonizzazione di Padre Placido Cortese), Consulta di Quartiere 6A – Padova, Comitato Cittadini “Itinerario della Memoria Padova Ovest”, parrocchie e consigli pastorali di Santa Maria Assunta in Chiesanuova e della Beata Vergine Maria del Perpetuo Suffragio alle Cave, hanno presentato all’intero Consiglio comunale di Padova la proposta di conservare almeno una porzione della struttura esistente monumentalizzandola. “Il compendio dell’ex caserma Romagnoli, liberata dall’esercito nel 2009, si esten- de su una superficie di 150.485 mq e su di esso sorgono 42 edifici di vario tipo e con funzioni in origine diverse tra loro realizzati negli anni ‘40 del secolo scorso – spiega Lucano Sardena, presidente del- la Consulta di quartiere 6A –. È, dunque, un’area di grande valore per il quartiere e per tutta l’area ovest della città per la quale è importante trovare un futuro che impedisca che si inneschino fenomeni di degrado, per fortuna fino ad oggi del tutto inesistente”. Entrando nel dettaglio, l’area nel quartiere ovest di Padova, divenuta nel dopoguerra “Caserma Mario Romagnoli”, poi lasciata dall’Esercito nel 2009, è ora in dismissione da parte dello Stato e destinata dal Comune a uso commerciale, direzionale e residenziale. Un gruppo di lavoro composito tra istituzioni pubbliche e religiose, comitati civici, associazioni e parrocchie si è costituito volutamente perché, seppur nel progetto di riqualificazione previsto, non venga “rasa al suolo” anche la memoria di quel luogo e dei suoi protagonisti.
Nicoletta Masetto
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