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Padova, Spettri di Henrik Ibsen in scena al Teatro Verdi

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In scena, dal 9 al 13 novembre, il capolavoro diretto da Rimas Tuminas con Andrea Jonasson

A dare il via alla stagione di prosa del Teatro Verdi di Padova una nuova versione del capolavoro del drammaturgo norvegese, Spettri di Henrik Ibsen, una sorta di sequel, prodotto da Teatro Stabile del Veneto–Teatro Nazionale, adattata da Fausto Paravidino e diretta da Rimas Tuminas.

Un dramma borghese, che porta a galla vecchi peccati di famiglia. Al centro lo scontro tra Helene, interpretata da Andrea Jonasson, e il figlio, alle prese con verità terribili e tremende menzogne. In scena Gianluca Merolli, Fabio Sartor, Giancarlo Previati, Eleonora Panizzo.

“I personaggi femminili di Ibsen hanno qualcosa di sbalorditivo e straordinario – afferma il regista Rimas Tuminas -, sono tra i più potenti del mondo teatrale. Siamo di fronte ad una donna che vede chiaramente, agisce con coraggio, svela menzogne ed è infallibile nel suo giudizio. È capace di sacrificare tutto in nome della verità”.

Spettri di Henrik Ibsen

Nella grigia e stagnante campagna norvegese tutto è pronto per l'inaugurazione di un asilo intitolato al rispettato capitano Alving. La ricca vedova Helene rievoca col Pastore Manders la vera e nefanda personalità del defunto marito, ripercorrendo tutte le tappe che lo hanno condotto alla follia.

La vicenda si svolge in un contesto onirico, con personaggi reali e fantasmi che si fondono come in un sogno, tra passato e presente. In un paesaggio tetro, come l’animo degli individui che lo vivono, dove il sole e il calore arrivano sempre troppo tardi.

Spettri è una storia di liberazione. È un racconto che lascia cadere il velo dell’illusione per fare spazio alla verità, a costo di frantumare l’immagine dell’individuo e della famiglia.

Spettri rappresenta uno dei drammi più significativi di Henrik Ibsen. Ed è considerato l’altra faccia di Casa di bambola. La signora Alving è una Nora che non riesce a fuggire, che si lascia plagiare da un moralismo puritano e convenzionale incarnato dal Pastore Manders, una sorta di coro all’interno di una moderna tragedia.

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