Ornella Favero di Ristretti Orizzonti: "Bisogna prevenire i suicidi in carcere permettendo di mantenere più contatti con l'esterno"
Un giovane di 27 anni si è tolto la vita ieri nel carcere Due Palazzi di Padova e a commentarne la notizia è "Ristretti Orizzonti", rivista della prigione della città, gestita dalla direttrice e volontaria Ornella Favero, che spiega come questo tragico evento debba essere un episodio utile per riflettere e per pensare a come prevenire situazioni come queste: "Rispetto ad anni fa è cresciuto il disagio, anche rappresentato da una presenza grande ed importante di persone giovani con storie che non dovrebbero portarle in carcere" e aggiunge: "Tutti coloro che soffrono di problemi psichici accompagnati da abusi di sostanze, vengono rinchiusi in carcere senza accompagnarli o curarli fuori in società, ecco perché si va a consolidare sempre di più l'orribile espressione "discarica sociale" per descrivere le carceri" Per Favero la situazione è peggiorata nel tempo: "Quando ho cominciato a lavorare in quest'ambito, ai tempi la maggior parte delle persone in carcere erano rappresentate da delinquenti che, ad esempio, commettendo una rapina, già sapevano che prima o poi sarebbero stati rinchiusi, adesso, invece, la situazione è cambiata. Ci sono persone che arrivano da un disagio o da una situazione familiare difficile e quando entri in questo ambiente da ragazzo con dei problemi individuali e non per scelte di vita precise, spesso si finisce ad usare la sostanza come medicina". Favero lancia infine un appello per contrastare i suicidi in carcere: "Il metodo migliore e di aiuto sostiene essere l'accesso e l'aumento dei contatti con i propri affetti, quindi lasciando più tempo alle telefonate che sono fondamentali a livello psicologico. L'unica vera prevenzione che si possa fare oggi consiste nel lasciare più libertà di contatto tra i carcerati e i loro affetti".
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter