Il nuovo libro della Newton Compton che ripercorre le tappe della grandezza padovana. La scrittrice torna in libreria con un nuovo saggio dedicato alla città del Santo e alle sue storie tutte da raccontare
Straordinarie, le case di Padova, come i personaggi che le hanno abitate e che sono state per loro fonte d’ispirazione.
Silvia Gorgi guida il lettore alla scoperta di questi edifici e di queste vie, ripercorrendo le tappe della grandezza padovana attraverso il racconto della vita in città di queste figure fondamentali nel suo nuovo libro pubblicato da Newton Compton. Ne ho approfittato per fare due chiacchiere con lei sulle case straordinarie di Padova – e non solo, come avrete modo di leggere.
Allora Silvia, qual è la casa straordinaria di Padova che ti ha affascinato di più?
Ogni casa raccontata nel libro mi ha molto affascinato, sicché mi risulta difficile eleggerne solo una tra le case abitate da Galileo, in particolare l’ultima da cui di fatto parte la rivoluzione scientifica; e poi quelle abitate da Petrarca, Palazzo Giusti, in via San Fermo, in cui soggiornò D’Annunzio prima del volo su Vienna, etc. Scelgo però quella più sconosciuta in cui visse Isidoro Wiel – via Wiel è una laterale di via Savonarola –, e in cui coltivò il suo sogno di diventare capitano di corvetta. Wiel perse la vita in un tragico incidente mentre era al comando di un sommergibile, nel 1927, l’F14, che aveva molto amato, diventato prigione mortale.
Qual è il personaggio che racconti in questo libro che secondo te andrebbe riscoperto dalla città?
Riccardo Drigo, compositore padovano, cui venne affidato nel 1895, un lavoro assai rischioso, ovvero mettere mano a
Il lago dei cigni di Pëtr Il'ič Čajkovskij che aveva esordito nel 1877, e non aveva ottenuto il successo sperato, per riorchestrare le musiche del balletto, in modo di seguire in maniera migliore, la nuova coreografia, affidata a Marius Petipa. Il suo lavoro, oggi sconosciuto, ci ha regalato la versione del balletto che è diventata celebre in tutto il mondo. La casa in cui tornò a vivere, dopo anni di grandissimi successi in Russia, si trova vicino a Prato della Valle, in via Cappelli.
Consigliaci due itinerari, uno cittadino e uno invece che si allarga alla provincia, per visitare alcune delle case straordinarie di Padova.
Per quello cittadino direi via Galilei, ai tempi in cui lo scienziato viveva in città, Borgo Vignali, dove troverete la casa che abitò quando ebbe conferma, grazie al cannocchiale da lui messo a punto, della rotazione di quattro satelliti attorno a Giove. Nel cortile interno esiste un pertugio da cui ci si immette nella Loggia ed Odeo, in via Cesarotti, che furono di Alvise Cornaro, luoghi dove trascorse gli ultimi anni della sua vita anche la prima laureata al mondo: Elena Cornaro Piscopia. Una via, in cui abitò anche George Wirsung, anatomista, che a Padova, oltre a compiere una grande scoperta, trovò pure la morte per mano di un altro studente della natio germanica. E davanti alla Basilica, che nel suo sagrato ospita l’opera dedicata a Gattamelata, troverete la casa che ospitò il suo autore: Donatello (mentre il palazzo che scelse Erasmo da Narni, il grande condottiero, detto Gattamelata, è palazzo Lion in via Vescovado). In Prato della Valle, potrete trovare il casinetto Palla Strozzi e, in zona Specola, in via della Paglia, la casa in cui nacque Palladio. Per un itinerario in provincia, a Feriole incontrerete, vicino a Montecchia, la villa che ospitò Ugo Foscolo, nel periodo in cui si dedicò alla stesura de Le ultime lettere di Jacopo Ortis; mentre, dietro al Castello di Este, in via Byron, a villa Kunkler, soggiornarono gli Shelley, Mary e Percy, proprio nell’anno in cui venne pubblicato il capolavoro di Mary, Frankenstein. I coniugi Shelley erano arrivati sui Colli, nella villa affittata da Lord Byron, nel periodo in cui si trovava a Venezia, sulle rotte del Grand Tour, affascinati dall’idea di poter raggiungere la meta scelta da Petrarca per trascorrere gli ultimi anni della sua vita: Arquà.
Il 2023 è stato un anno ricchissimo di progetti per te, dal documentario su Giotto e l'Urbs Picta al tuo ottavo saggio dedicato alla città di Padova: puoi anticiparci qualcosa sui tuoi progetti?
Di sicuro all’inizio di quest’anno mi dedicherò alle presentazioni in libreria de
Le case straordinarie di Padova, visto che, nel periodo in cui è uscito il libro, a fine 2023, ero impegnata, come da te ricordato, sulla promozione del documentario d’arte
Urbs Picta: Giotto e il sogno del Rinascimento, che ho sceneggiato, e che era in sala in quel periodo. Nel corso dell’anno, con Sugarpulp sarò occupata nei due festival che l’associazione cura, Chronicae – Il festival internazionale del romanzo storico, ad aprile, e 800 Padova Festival, il festival dedicato all’Ottocento, a dicembre; e poi ci potrebbe essere una sorpresa in veste di autrice. Ancora non posso svelare di cosa si tratta ma auspico possa essere per me una sorta di
turning point.
Giacomo Brunoro