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Festa della Repubblica. Il discorso di Sergio Giordani

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A Padova il 2 giugno in piazza dei Signori. Sergio Giordani «La libertà non deve trasformarsi in individualismo»

Con un referendum storico che chiudeva anche simbolicamente il lungo periodo della dittatura e della guerra, 78 anni fa, gli italiani, e per la prima volta anche le donne, decisero che la forma istituzionale del nostro Paese fosse una Repubblica, scegliendo anche i membri dell'Assemblea Costituente. Il 2 giugno rappresenta la volontà del popolo italiano che con quel referendum decise di prendere in mano direttamente il futuro del proprio Paese»: Sergio Giordani, sindaco di Padova e presidente della Provincia, ha iniziato con queste parole il discorso in occasione del 2 giugno, festa della Repubblica.

2 giugno

Prosegue Giordani: «La partecipazione alla vita delle Repubblica è quindi alla base della nostra democrazia che trova nella Costituzione i valori cardine su cui si poggia. Una partecipazione che ha come massima espressione naturalmente il diritto di voto, attivo e passivo, ma che in realtà è, e deve essere, molto più ampia e articolata. Vediamo con preoccupazione, e non solo nel nostro Paese, un progressivo calo nella partecipazione al voto, quasi che ci fosse una disaffezione, una  sorta di scetticismo sull’utilità di questo fondamentale momento di democrazia. Le ragioni sono molteplici e complesse e non è questo il contesto per una analisi approfondita del fenomeno. Voglio però fare un appello a tutti i cittadini, a pochi giorni dalle elezioni per il Parlamento Europeo perché non rinuncino al loro voto, qualunque sia il loro pensiero. Gli italiani, subito dopo la guerra, seppero esprimere tutti assieme una volontà di rinascita, di speranza e di progresso che permise al nostro Paese in pochi anni di cancellare le ferite degli anni precedenti. Fu uno sforzo corale, che i nostri padri e i nostri nonni realizzarono nonostante le diverse posizioni politiche e ideologiche che attraversavano e scuotevano la società. L’insegnamento che possiamo trarne è duplice: da una parte il confronto delle idee arricchisce il dibattito pubblico e spinge verso migliori soluzioni, il più possibile condivise. Dall’altro, il bene comune deve essere posto prima degli interessi di parte e ancor più di quelli personali. Avere a cuore il bene comune, il futuro delle nostre comunità, impegnarci perché questo sia concretamente costruito giorno dopo giorno, non è un sentimento un po’ retrò e oramai datato. La festa della Repubblica non è solo un giorno di celebrazione e ricordo del passato ma anche un’occasione per pensare al futuro del nostro Paese. Questa è la ragione per la quale, partendo da una riflessione della presidenza della Fondazione Cariparo, e da noi condivisa, abbiamo promosso quest’anno, a fianco delle celebrazioni ufficiali per la Festa della Repubblica, un ampio programma di eventi e iniziative ideate e realizzate direttamente da associazioni cittadine. Lo abbiamo fatto e lo faremo in futuro, perché vogliamo che il 2 giugno sia una festa della Repubblica che veda i padovani partecipare non solo come spettatori, ma  come protagonisti di un momento importante per tutta la comunità. L’interesse e la partecipazione che abbiamo riscontrato ci ha confermato che i valori di partecipazione, solidarietà, disponibilità sono nel dna della nostra comunità, e che basta creare le condizioni adatte perché questi valori siano espressi nel migliore dei modi».

Sergio Giordani

Conclude Giordani: «Noi tutti vogliamo vivere in una comunità migliore, e anche se sappiamo che il mondo ideale non esiste, e forse non può esistere, non dobbiamo e non possiamo rinunciare a metterci in gioco perché il futuro sia migliore. A fare la Repubblica siamo tutti noi cittadini. Un concetto per noi oggi quasi naturale ma che in Italia ha un lungo passato le cui radici si trovano nel Risorgimento che portò all’unificazione del Paese e di cui Mazzini fu uno dei protagonisti. Un concetto che si è evoluto nel tempo mantenendo i suoi caratteri peculiari:  una forma di governo nella quale la sovranità non è concentrata nelle mani di uno solo ma risiede nel popolo, nella sua interezza. Oggi significa tessere una rete tra componenti della società civile, delle istituzioni, delle autonomie locali, dello Stato che  assieme hanno il compito di  guidare  il nostro Paese, affrontare e superare le sfide che incontriamo sul nostro percorso  e mettere in pratica i principi fondamentali della nostra Costituzione. Come si vede, la Repubblica non è un monumento, è un corpo vivo al quale tutti possiamo e dobbiamo dare il nostro contributo. C’è ancora da fare nel campo del lavoro e della sua sicurezza, nell’affermazione della legalità, nel contrasto ad ogni tipo di sfruttamento, così come nell’attenzione alle specifiche necessità di giovani e anziani. Ancora, c’è bisogno di cambiare una situazione che vede tante, troppe, donne vittime di violenza. Non posso infatti non ricordare con dolore qui oggi, la giovane Giada uccisa solo pochi giorni fa a Vigonza. Eravamo rimasti tutti scossi, pochissimi mesi fa dall’uccisione di Giulia e avevamo promesso, tutti assieme, “mai più”, eppure è capitato ancora, qui vicino a noi. Contrastare questa violenza che passa da un senso malato di possesso e superiorità, è un impegno che riguarda tutti noi, e anche se a prima vista non sembra, ha molto a che vedere con la nostra Repubblica e i valori sui quali essa è fondata. Siamo chiamati, ognuno nel suo piccolo, a contribuire al futuro delle nostre comunità. La libertà che la Repubblica ci assicura non deve trasformarsi in individualismo, né in una continua e totale delega a qualcun altro di ogni responsabilità di ogni scelta. Oggi al termine di questa cerimonia il Prefetto consegnerà le onorificenze al Merito della Repubblica Italiana a 20 padovani. Alcuni di loro sono persone note per il loro impegno a favore della comunità altre sono sconosciute al grande pubblico ma non per questi meno meritevoli. Tutte hanno interpretato nel modo migliore, ognuna nel proprio ambito, l’essere parte attiva della nostra comunità, della nostra Repubblica. È questo lo spirito che mi auguro ci guidi tutti in futuro. Buon 2 giugno a tutti voi, viva la Repubblica Italiana».
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