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25.07.2021 - 06:00
La Prandina è del Comune. Il demanio ha ceduto l’area dell’ex caserma in cambio di quella dell’ex complesso Serenissima di via Anelli, diventata a tutti gli effetti di proprietà del Ministero degli Interni e dove nel giro di qualche anno sorgerà la nuova questura. Una permuta attesa, quella stipulata il 12 luglio a Palazzo della Ragione e che il sindaco Sergio Giordani definisce con un certo orgoglio “un appuntamento storico”. Perché le firme in calce all’accordo da una parte costituiscono la concretizzazione dell’impegno che l’amministrazione di Palazzo Moroni aveva preso con i cittadini e dall’altra sono una nuova prima pietra miliare posata in modo strategico sul futuro di Padova. “Il coronamento di questo progetto di riqualificazione e valorizzazione ci insegna che obiettivi sulla carta difficili da raggiungere possono essere realizzati se c’è la volontà e la tenacia politica di farli, sia la capacità di mediazione e dialogo necessaria. Lo stesso metodo che ha permesso di sbloccare, dopo tanti anni, la partita del nuovo ospedale a Padova est. Abbiamo dimostrato che lavorando insieme, trovando il giusto equilibrio tra le esigenze delle parti coinvolte è possibile in breve tempo arrivare a un risultato così significativo”, ha dichiarato Giordani di fronte al direttore regionale dell’Agenzia del demanio Edoardo Maggini e al prefetto Raffaele Grassi. Si chiude così una pagina buia della storia della città. Il Bronx diventa un ricordo. Quei cinque grandi palazzi degli anni Settanta, costruiti per ospitare gli studenti e trasformati vent’anni dopo in un vero e proprio ghetto, sono già stati cancellati, ma anche la memoria verrà aiutata a relegarli per sempre nel dimenticatoio delle cose brutte grazie al nuovo progetto: un percorso di realizzazione che durerà grossomodo sette anni e avrà un costo di 50 milioni di euro per una questura tutta nuova di cui da anni la Polizia sottolinea la necessità. Resterà a Palazzo Wollemborg, in qualità di presidio di sicurezza, il commissariato del centro storico. Per contro il Comune si è preso da anche indietro, a quel percorso che definisce “tenace”. L’acquisizione di oltre 300 immobili, la demolizione degli edifici ormai talmente degradati da essere inutilizzabili.
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