E' stato rinvenuto un feto, in un campo a Sant'Ambrogio di Trebaseleghe. Apparteneva a una giovane coppia di 17 e 18 anni, che ha dichiarato di aver avuto un aborto spontaneo in casa, dopo poche settimane di gravidanza. I giovani si sono rivolti all'ospedale di Camposampiero, dove i sanitari hanno capito quasi subito che qualcosa non andava nella ricostruzione del racconto dei due fidanzatini. I controlli dei medici hanno confermato che la placenta si trovava in uno stadio avanzato e l'utero era troppo grande per poter contenere un feto di appena tre mesi. Quel bimbo, una femmina, avrebbe avuto probabilmente sei o sette mesi. I medici hanno allertato immediatamente i carabinieri e iniziato a fare domande alla giovane coppia. Così, accompagnati dal ragazzo, i carabinieri hanno avviato le ricerche del feto, poi trovato sepolto in un parco pubblico, pochi centimetri sotto terra, avvolto in una maglia, dentro una busta. Resta incerto se la bambina, considerato lo stato avanzato della gravidanza, fosse nata viva o se fosse stata seppellita a seguito di una morte prematura. Ipotesi che, in caso, farebbe pensare a un infanticidio volontario. I risvolti della vicenda sono ancora più macabri, se si pensa che le indagini hanno condotto al ritrovamento, in casa del giovane 18enne, di farmaci per indurre l'aborto del figlio indesiderato, procurati con ogni probabilità grazie alla tessera sanitaria di un'amica maggiorenne. Entrambi i fidanzatini risultano ora indagati. L'aborto risalirebbe al tardo pomeriggio di martedì, ma saranno gli esami sul corpicino della piccola a rivelare se l'aborto fosse effettivamente procurato o se sia nata viva o morta, e serviranno per stabilire se ci sono i presupposti per formulare l'accusa di infanticidio nei confronti dei due fidanzatini.
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