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Correzzola: in tanti alla fiaccolata per le vittime del terrorismo

fiaccolata correzzola
fiaccolata correzzola“Siamo musulmani, sono musulmano, ma ciò che è accaduto è solo un atto di criminalità. Non ci sono religioni che chiedono di fare morti». Sono queste le parole piene di dolore di Roudani Rehaily, pronunciate prima della partenza della fiaccolata organizzata dal Comune e dalle parrocchie in memoria delle vittime del terrorismo. Sua figlia Merieme, diciannove anni appena, lo scorso luglio si è allontanata improvvisamente di casa e per gli uomini del Ros di Padova è volata in Siria - via Turchia - per arruolarsi nelle file dell’Isis. La speranza di un suo ritorno non è mai svanita ma questi mesi sono stati segnati dal dolore per mamma e papà Rehaily. Roudani ha voluto però esserci per testimoniare che l’integrazione è possibile, partendo dalle piccole comunità, dove si può camminare fianco a fianco. “Condanno ciò che è accaduto a Parigi - dice. - Sono rattristato e mi dispiace molto per le famiglie delle vittime”. Erano circa centocinquanta le persone che alla spicciolata si sono riunite in piazza Don Luigi Segala, vicino al municipio, per prendere parte al corteo silenzioso che ha attraversato la via principale di un Paese che suo malgrado si è trovato a fare i conti con una tragedia enorme. In piazza era presente anche una folta comunità di musulmani residenti in paese e soprattutto nelle zone vicine. Hanno marciato con cartelli in mano con i quali hanno voluto esprimere la loro condanna ferma, netta, per le morti parigine e prendere le distanze da ciò che non gli appartiene: il terrorismo islamamico. “Non si spegne la violenza con la violenza” hanno detto. Il sindaco Luca Sartori ha esordito dicendo che: “la morte spaventa ma la speranza è più forte”. La gente si è raccolta in cerchio, e le fiaccole si sono accese progressivamente, con ogni lume che ricorda ciascuno degli episodi terroristici consumatisi nell’ultimo anno. Da Parigi a Tripoli, passando per la Danimarca , la Libia, il Kenya e la Tunisia. Alla fine è un’onda di luce che lentamente si è dipanata lungo la via, in un silenzio irreale. Nel corte c’era qualcuno che portava la bandiera della Serenissima accompagnando quella francese listata a lutto. Qualche centinaio di metri che per un attimo hanno annullato differenze di razza e religione, accumunando semplici persone che, alla fine, sperano che ci possa essere un futuro migliore. La fiaccolata ha quindi fatto ritorno in piazza per poi concludersi davanti al monumento dedicato ai caduti. Alessandro Cesarato
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