Brugine, altri due velobox sulle strade del comune

Altri quattro velobox presto in funzione lungo le strade di Brugine e Campagnola. Verranno attivati a fine ottobre i due nuovi apparecchi di rilevamento della velocità installati in via Ardoneghe, all’uscita della zona industriale del capoluogo, in direzione di Legnaro, e in via Porto Superiore, all’altezza di via Boschetti. Salgono così a cinque gli “occhi elettronici” pronti a fotografare, e multare, gli automobilisti beccati con il piede pesante sull’acceleratore. L’annuncio del sindaco Michele Giraldo sulla propria pagina Facebook ha già sollevato un vivace dibattito tra favorevoli e contrari. Perché i nuovi dispositivi (“chiesti dai cittadini”, ha sottolineato il primo cittadino) sono stati montati su due strade tra le più battute del Comune ma anche tra le più pericolose. I cittadini si dividono. Per molti sono uno strumento per far cassa, per altri un utile deterrente. “Nessuna volontà di sanzionare i cittadini - ha dichiarato Giraldo - ma un modo concreto di scoraggiarne comportamenti che rischiano di mettere in pericolo l’incolumità delle persone, come hanno dimostrato alcuni incidenti, anche mortali, che si sono verificati proprio lungo queste strade”.  I dispositivi si aggiungono a quelli già in funzione da luglio dello scorso anno in via Roma (all’altezza di piazza Ungheria), in via Aldo Moro (uno all’angolo di piazza IV Novembre, l’altro in corrispondenza di via don Bosco) e in via Fiumicello (più o meno a metà del lungo rettilineo che porta a Polverara). Quest’ultimo è stato temporaneamente spostato in via Ardoneghe. È bene essere chiari subito: solo una delle cinque colonnine arancioni, a rotazione, sarà effettivamente in funzione e sempre in presenza di una pattuglia della polizia locale in prossimità del dispositivo. Il Comune, infatti, dispone di una sola telecamera che, di volta in volta, verrà posizionata all’interno del velobox. In tutti i casi per non rischiare una multa il limite da rispettare quando si è al volante è dei 50 chilometri orari. Martina Maniero