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12.02.2025 - 09:50
Secondo il tribunale di Padova il consigliere Enrico Scacco non ha diffamato il vicesindaco Devis Vigolo: che lo scorso 11 maggio lo aveva querelato sentendosi invece offeso per alcune affermazioni fatte nel corso di una conferenza stampa.
“Durante una conferenza stampa trasmessa in streaming – precisa Scacco – lo avevo accusato di esercitare il proprio ruolo di assessore in palese conflitto di interessi, di aver triplicato il suo reddito di lavoro autonomo in maniera sospetta e di non aver perseguito l’interesse pubblico dell’amministrazione che rappresentava. Personalmente non sono mai stato preoccupato dell’esito della querela, perché di ogni parola da me pronunciata esiste prova in documenti pubblici e ufficiali: a Cadoneghe abbiamo un vicesindaco che, in qualità di libero professionista, ha preso soldi da un privato, e contemporaneamente, in qualità di amministratore pubblico, ha approvato accordi che coinvolgevano direttamente quello stesso privato. Un caso clamoroso di conflitto di interesse”.
Nella sentenza emessa il 22 gennaio dal gip del tribunale di Padova, Maria Luisa Materia, si legge che nel corso della conferenza stampa Scacco ha esercitato il “diritto di cronaca politica nel rispetto del limite della continenza e della pertinenza e con l’utilizzo di parole non volgari né sprezzanti né costituenti un attacco personale gratuito”. Le accuse mosse erano di “interesse per l’opinione pubblica, ricoprendo Vigolo una carica pubblica”.
“Quello che però trovo molto grave – conclude Scacco – è il fatto che il sindaco non gli abbia ritirato allora le deleghe e lo abbia pure riconfermato in questo secondo mandato”. (CRI.S)
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