E’ il risultati della ricerca condotta dall’equipe medico-assistenziale della Divisione di Medicina Perinatale, guidata dal ginecologo, dottor Gianluca Straface al Policlinico di Abano
Allattamento
La pandemia da Covid-19 e le misure governative e regionali di lockdown hanno fatto emergere un grave problema per le neomamme, l’allarme per la perdita per molte di queste delle potenzialità di iniziare adeguatamente l’allattamento al seno. E questo fatto comporterà ulteriori limitazioni, perché limiterà ancor più il proseguimento dell’allattamento al seno per i tempi raccomandati dalle Accademie Internazionali, così come suggerito anche dalla Organizzazione Mondiale della Sanità per almeno i primi 6 mesi di vita del bambino. Il mancato allattamento al seno depriverà il bambino che cresce di tante potenzialità indispensabili sul piano nutrizionale e psicofisico nella vita futura. Non di meno il mancato allattamento al seno avrà effetti negativi sul benessere psicofisico della madre. Questo allarme viene da una ricerca effettuata al Policlinico Abano Terme, dall’equipe medico-assistenziale della Divisione di Medicina Perinatale, guidata dal ginecologo, dottor Gianluca Straface, da poco pubblicata su una rivista specializzata internazionale, Early Human Development. Valutando la prevalenza dell’allattamento al seno alla dimissione durante il periodo di lockdown marzo-maggio 2020 è emerso come, per il poco stato di benessere postpartale, 3 neomamme su 10 non allattassero esclusivamente al seno, un numero doppio di quello registrato nello stesso periodo del 2019. Al danno per il neonato si è anche osservato come il mancato allattamento al seno si associ un più profondo disagio psicologico delle neomamme particolarmente stressate in periodo di lockdown dalle misure di isolamento messe in atto dalle autorità sanitarie. “Bloccati i corsi di preparazione al parto in presenza, sole durante i monitoraggi del benessere fetale, isolate in un momento di particolari intensi cambiamenti di assunzione del ruolo di neomadri e di nutrici, ancora sole molto spesso durante il travaglio ed il parto e nei giorni di puerperio in ospedale, le puerpere hanno palesemente mostrato un comprensibile disagio psicologico e relazionale”, ha affermato la Caposala Orietta Cimento. Nel parere di uno dei pediatri coautori dello studio, il dottor Severino Lorenzo, questi risultati hanno messo in luce un disagio psicologico e relazionale delle donne che hanno vissuto negativamente dei momenti stressanti in gravidanza, durante il lockdown. “Lo stress in gravidanza e nel parto è un cattivo compagno nel viaggio che porta alla nascita di una nuova vita, perché sconvolge il delicato equilibrio ormonale postpartale del cortisolo, dell’ossitocina e della prolattina, insieme indispensabili alla lattogenesi, all’instaurarsi e al rafforzamento del bonding madre-neonato e non di meno al benessere psicofisico nel nuovo ruolo di madre nutrice” ha ribadito il dottor Gianluca Straface. Federico Franchin
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