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Marco Bortolotto racconta i suoi anni da professionista

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mircoDopo aver riportato il grosso lavoro svolto dalla Boxe Piovese nell’anno appena trascorso, lavoro che, come sempre, mette la società pugilistica del maestro Gino Freo nelle prime posizioni della classifica nazionale, prendiamo in considerazione un suo pugile che ha avviato al professionismo il team piovese. Si tratta di Mirco Bortolotto, il primo pugile professionista uscito dal vivaio. Ora Mirco ha 46 anni, tre figli ed è un imprenditore edile. Dopo aver appeso i guantoni al chiodo Mirco non ha smesso la pratica sportiva, gioca a calcetto e a tennis. E’ entrato nella palestra di Freo a 14 anni come novizio, categoria nella quale ha disputato undici incontri vincendoli tutti (5 ai punti e 6 per ko) per poi conquistare il titolo tricolore a Salerno. Passato tra i 2/a serie nell’86 vi è rimasto fino al ’87. Da qui il passo successivo erano i 1/a serie categoria nella quale è arrivato a disputare la finale per il titolo italiano ad a Salerno dove, ai campionati assoluti, ha incontrato Lello Bergamasco un pugile che faceva parte della nazionale di Franco Falcinelli. “Il verdetto della giuria – spiega lui stesso – è stato parecchio in bilico, alla fine i giudici hanno dato la vittoria al mio avversario ma il punteggio era in parità e alla fine ha prevalso il fatto che lui era in nazionale e, in quella occasione la mia prestazione ha convinto il selezionatore a convocarmi in azzurro”.
La carriera da professionista di Mirco è iniziata nel 1991 ed è durata due anni nel corso dei quali ha disputato 14 incontri, 10 vinti , 2 pari e due persi. “Il mio rammarico – spiega sempre Mirco – è di non essere arrivato al titolo italiano mentre Dell’Uomo, col procuratore Cherchi, figura molto introdotta nell’ambiente, ce l’ha fatta con sei incontri, eppure io Dell’Uomo l’ho battuto tre volte e a Piove l’ho messo al tappeto per un paio di volte”. A questo punto, a 24 anni, Mirco ha deciso di smettere di salire sul ring: “Ho dovuto scegliere tra il costruire un futuro e una famiglia o rimanere nel pugilato, a malincuore ho scelto la prima opzione ma la boxe mi resta sempre nel cuore”. Di lui Gino Freo dice un gran bene: “Una persona seria, un pugile generoso, un fisico prorompente con grande spirito di sacrificio era sempre puntuale agli allenamenti ed ascoltava i miei consigli, aveva un diretto destro che spaccava, come pure il jab sinistro sapeva quando metterlo per far male. Da professionista, purtroppo col suo procuratore Loreni non siamo stati in grado di fargli disputare molti match anche perché gli avversari lo schivavano, ma Loreni puntava molto su di lui, poi Mirco ha deciso di farsi una famiglia e di dedicarsi al lavoro. Rimane sempre un nostro amico, e uno sponsor: posso dire che alla Boxe piovese ha dato molto e continua a dare”. A cura di Gianni Patella
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