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26.02.2015 - 16:42
Molti la ricordano soltanto per le sue caserme e le per immagini, sfuocate dal tempo ma cariche di nostalgia, legate ai vent’anni. Legate alla naja, quando quel cappello alpino con la penna nera e le insegne della glorosa Divisione Julia significava avventura, campi di adde- stramento in alta montagna, ma anche il sorriso strappato a tante belle ragazze del posto. Oggi gran parte di quelle caserme sono chiuse e i pochi militari ancora in servizio si mimetizzano con i residenti e i turisti. Sì, perchè Tarvisio più che una cittadella militare come un tempo è sempre più una città turistica, con una forte connotazione naturalistica e culturale. La cittadina che si trova al confine fra Italia, Austria e Slovenia vanta un singolare record: vi si parlano comunemente quattro lingue. Ovvero l’italiano, il tedesco, lo sloveno e, soprattutto, il friulano, il furlan, che è lingua ufficiale e non dialetto come altre parlate regionali. Tarvisio, che prende il nome dai Taurisci, un’antica tribù celtica che l’ha popolata prima dell’arrivo dei romani, è un crocevia di culture e di traffici, di idiomi e di abitudini. Città plurale e culturalmente stimolante. Per poco nel 2006, insieme alle vicine Klagenfurt e Kranjiska Gora non si vide assegnare le olimpiadi invernali (andate poi a Torino). Oggi è pure al centro di un interessante progetto, l’Idago, dedicato alla mobilità sostenibile, all’accessibilità e all’attrattivi- tà dell’area montana fra Italia e Slovenia, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma per la Cooperazione Tran- sfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e da fondi nazionali. Idago è un acronimo che in lingua slovena significa “Miglioramento dell’accessibilità e dell’attrattiva dell’area transfrontaliera montana”.
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