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Ricorso al Tar, Cestaro: “Stocco governi pure, ma col nostro programma”

La decisione sull’annullamento della composizione del consiglio comunale di Preganziol arriverà il 26 settembre, ma il caso pesa anche sul rinnovo del consiglio provinciale

Ricorso al Tar, Cestaro: “Stocco governi pure, ma col nostro programma”

Gianni Cestaro con gli avvocati Giampaolo Torresin e Fabio Crea e l'onorevole Dimitri Coin

“In questo consiglio comunale sicuramente la distribuzione del numero dei consiglieri non rispetta il voto: per quanto poco, abbiamo ottenuto il 50% e io intendo rappresentare i cittadini al meglio. Gianni Cestaro è deciso a proseguire la sua battaglia per annullare l’attuale composizione del consiglio comunale di Preganziol, ritenuta ingiusta alla luce dei risultati ottenuti alle elezioni amministrative di giugno. 

“Abbiamo ritenuto di contestare l’attribuzione dei seggi perchè riteniamo che nella determinazione dei voti validi, che nelle liste di centrodestra superano di 7 voti quelle di centrosinistra, non si dovesse tener conto dei voti del sindaco, cioè dei voti disgiunti" ha spiegato l’avvocato Fabio Crea, nell’incontro che si è tenuto ieri nel suo studio legale dedicato proprio alla questione preganziolese, alla presenza del collega Giampaolo Torresin, dell’onorevole Dimitri Coin, già Segretario Provinciale Lega Treviso,  e del consigliere comunale Gianni Cestaro.

"Se il Tar dovesse decidere di assegnare il “premio di maggioranza” alle liste di centrodestra si ribalterebbe la situazione numerica, quindi si passerebbe da quella che è la situazione attuale di dieci consiglieri di centrosinistra e sei di centrodestra a sei di centrosinistra e dieci di centrodestra, altrimenti se dovesse adottare quanto previsto dal comma 8 dell’articolo 73 si avrebbe una situazione di assoluta parità e, dunque, di otto a otto”, ha concluso il legale.

“Se venisse accolto questo ricorso, la Stocco sarebbe fortunatissima – è stato il commento di Cestaro –, perchè potrebbe fare il sindaco di sinistra con una maggioranza di consiglieri di destra, quindi adottando un programma bello corposo che i cittadini vogliono e farebbe un figurone: che governi pure, ma lasci il nostro programma”.

L’antefatto: un "premio di maggioranza" (forse) non meritato

Lo spoglio dei seggi, a giugno, aveva dato un esito apparentemente chiaro: il centrodestra non era riuscito a sfilare il Comune di Preganziol dalla presa salda della delfina di Galeano, Elena Stocco, per poco più di 200 voti. Con il 48,81% delle preferenze, Gianni Cestaro e il suo gruppo avevano mancato il bersaglio di poco.

“Purtroppo, nonostante il nostro impegno e la passione condivisa per il futuro di Preganziol, il risultato delle elezioni non è stato quello che speravamo, ma il nostro viaggio non finisce qui – aveva affermato Cestaro all’indomani delle elezioni –La nostra dedizione e il nostro amore per tutta Preganziol non si fermano di fronte a questo risultato. Continueremo a lavorare con la stessa determinazione e impegno nell’opposizione, perché crediamo fermamente nel valore di un dialogo costruttivo e nella necessità di rappresentare le vostre voci”.

Il messaggio sulla pagina Facebook di Gianni Cestaro ai suoi elettori

Sembrava tutto deciso: la guida di Preganziol sarebbe andata al centrosinistra di Stocco, che con ben 11 consiglieri di maggioranza (merito del “premio di maggioranza”) avrebbe contrastato i 6 di minoranza di Cestaro. Ma il centrodestra non era d’accordo e per questo aveva deciso di fare ricorso al Tar Veneto.

Alla base della scelta politica, quanto dichiarato dall’Art. 73 comma 10 del T.U.E.L. (Testo Unico Enti Locali) dispone che “qualora un candidato alla carica di sindaco sia proclamato eletto al primo turno, alla lista o al gruppo di liste a lui collegate che non abbia già conseguito, ai sensi del comma 8, almeno il 60% dei seggi del consiglio, ma abbia ottenuto almeno il 40% dei voti validi, viene assegnato il 60% dei seggi, sempreché nessuna altra lista o altra gruppo di liste collegate abbia superato il 50% dei voti validi”.

Gianni Cestaro, ex candidato sindaco e consigliere comunale di centrodestra di Preganziol

“E nel caso di Preganziol i cittadini hanno effettivamente scelto l’attuale sindaca Stocco preferendo però nel complesso le liste del centrodestra – aveva spiegato la coalizione –. Nel dettaglio, la prima cittadina ha complessivamente ottenuto 204 voti in più del candidato sindaco Gianni Cestaro (4.376 contro 4.172), ma le Liste a lui collegate hanno ottenuto oltre il 50%del totale dei voti validi (4.066 preferenze contro 4.059), quindi più di quelle a sostegno della Stocco. Attenendosi alla norma del T.U.E.L., dunque, ne conseguirebbe un’attribuzione proporzionale dei seggi in Consiglio Comunale portando così a 9 i Consiglieri di Centrodestra e a 8 quelli di Centrosinistra con il conseguente caso del fenomeno della cosiddetta “anatra zoppa”, vale a dire un governo cittadino claudicante in quanto il sindaco si troverebbe a governare senza una maggioranza effettiva in suo supporto”.

Coin: “Il caso di Preganziol pesa anche a livello provinciale”

Il caso di Preganziol ha destato l’attenzione anche da parte del comparto provinciale di centrodestra. “A inizio autunno si andrà al rinnovo del consiglio provinciale – ha spiegato l’onorevole Dimitri Coin –. L’elezione dei consiglieri provinciali avviene attraverso il voto dei consiglieri comunali, in funzione dei cittadini che questi rappresentano. È chiaro dunque che il voto di ogni singolo consigliere di un comune come Preganziol, che è un comune mediamente popoloso, pesa molto di più rispetto al voto di un piccolo comune. Il risultato sarà dunque influenzato dall’esito di questo ricorso”.

L’udienza è fissata per il prossimo 25 settembre, mentre la decisione del giudice amministrativo arriverà entro il giorno successivo, come ha spiegato l’avvocato Giampaolo Torresin.

“Penso si debbano fare delle valutazioni sul rinnovo del consiglio provinciale e sulle date ha continuato Coin –, perchè se l’udienza è fissata per il 25 settembre e il rinnovo è previsto per inizio autunno, queste date potrebbero diventare incompatibili”.

Il caso Preganziol resta dunque ancora aperto.

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