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Politica
01.10.2024 - 11:23
Foto di repertorio
"La trasparenza amministrativa è un obbligo, ed è necessaria una discussione pubblica e approfondita sul caso “piscine” di Rovigo". Si è espresso in questo modo il Comune, in merito al caso che riguarda il fallimento di Veneto Nuoto, dovuto a mancati pagamenti degli affitti degli impianti sportivi e ad illeciti amministrativi. Ora, una nuova richiesta di commissione d’inchiesta, avanzata dal consigliere di opposizione Federico Frigato, sembra voler focalizzare l'attenzione solo su un periodo circoscritto, dal gennaio 2021 in poi, escludendo così le fasi cruciali che hanno portato al fallimento della società Veneto Nuoto e agli sviluppi successivi.
Il vice-sindaco Andrea Bimbatti ricorda come una commissione d’inchiesta sul tema fosse già stata istituita nel 2013. I lavori di quella commissione, presieduta da Silvia Menon, indicata dalla stessa coalizione che candidò Frigato a sindaco, avevano già individuato alcune responsabilità tra i dirigenti e dipendenti comunali, secondo quanto riportato da figure chiave come Paolo Avezzù e Luigi Paulon.
La richiesta di Frigato si concentra sul periodo post-concordato fallimentare, ignorando eventi precedenti che, secondo l’amministrazione, hanno influenzato notevolmente la situazione odierna. Il fallimento di Veneto Nuoto e l’obbligo di attivare la clausola di "surroga" del project financing sono solo alcuni dei passaggi decisivi che risalgono a ben prima del 2021. Il mancato pagamento di affitti da parte della società gestrice della piscina ha ulteriormente aggravato la situazione, portando il Comune a intraprendere azioni legali per recuperare i crediti.
La questione solleva interrogativi: è davvero possibile fare chiarezza su responsabilità politiche senza considerare gli eventi antecedenti? La verità politica sul caso "piscine" appare ancora da scrivere e il dibattito è più vivo che mai.
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