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Aggressioni ai sanitari, Zaia chiede una legge ad hoc: “Ecco i numeri di un fenomeno che dobbiamo combattere”

Il Presidente della Regione Veneto evidenzia l'allarmante crescita delle violenze nei confronti del personale sanitario e chiede misure più incisive

Luca Zaia

Luca Zaia

Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, esprime preoccupazione per il crescente numero di aggressioni nei confronti di operatori sanitari e socio-sanitari negli ospedali. Dopo gli ultimi episodi avvenuti ad Agordo e Mestre, Zaia sottolinea che “con grande preoccupazione e indignazione, porto all’attenzione pubblica l’allarmante aumento delle aggressioni subite dagli operatori sanitari”.

I dati del Centro Regionale per la Sicurezza delle Cure mostrano un trend preoccupante: tra il 1° gennaio e il 30 settembre 2024 si sono già registrate 1.864 aggressioni. Se il ritmo attuale prosegue, si stima che entro la fine dell’anno potrebbero superare le 2.500. “Questo rappresenta un incremento significativo rispetto agli anni precedenti e conferma una tendenza di crescita continua e preoccupante del fenomeno, che non può essere sottovalutata”, avverte Zaia, aggiungendo che “gli strumenti di prevenzione e repressione non servono più. Serve una legge specifica a tutela di medici e infermieri”.

Il Presidente evidenzia come “i numeri non lasciano spazio a dubbi”: il 67% delle vittime è costituito da donne, con un totale di 1.244 donne e 620 uomini aggrediti nel 2024. “La sicurezza sul lavoro è costantemente minacciata. Non può essere, non deve più essere”, ribadisce.

Le statistiche indicano che le aggressioni colpiscono principalmente la fascia di età tra i 30 e i 59 anni. Tra gennaio e settembre 2024, sono stati registrati 545 episodi tra i 30 e i 39 anni e 552 tra i 40 e i 49 anni. “Questo dato conferma il peso dell’onere lavorativo sostenuto da operatori nel pieno della loro carriera professionale”, commenta Zaia.

Rispetto agli anni passati, l’aumento è evidente: nel 2020 si erano registrate 220 aggressioni, salite a 663 nel 2021 e 883 nel 2022. Il picco è stato raggiunto nel 2023 con 2.229 aggressioni, un dato che dimostra come la pandemia abbia esasperato tensioni già esistenti. “Il personale sanitario ha svolto un ruolo fondamentale durante l’emergenza COVID-19, ma ora si trova a pagare un prezzo insostenibile”, spiega il Presidente.

Zaia precisa che “le aggressioni non si limitano a casi isolati, ma riguardano una vasta gamma di atti di violenza fisica e verbale”. Gli episodi di aggressione verbale, che spesso precedono quelli fisici, sono frequenti e intaccano profondamente la fiducia tra cittadini e sistema sanitario.

È importante notare che tra gli aggressori ci sono spesso pazienti con disturbi psichiatrici o dipendenze, ma anche persone comuni in situazioni di disagio. “Come Regione, non possiamo e non vogliamo rimanere inermi di fronte a questa escalation di violenza”, afferma Zaia, ricordando che nel 2023 è stato attuato un piano straordinario per la sicurezza del personale sanitario.

“Chi aggredisce un sanitario non sta soltanto commettendo un crimine, ma minando uno dei pilastri del nostro sistema di cura”, conclude Zaia, promettendo di lavorare a una modifica normativa e sollecitando il Parlamento a intervenire per riconoscere la gravità delle aggressioni contro il personale sanitario.

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