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Politica e nucleare

Confusione sul nucleare a Marghera: la Lega in difficoltà tra Zaia e Villanova

Contrasti interni nel partito: mentre Villanova apre al nucleare, Zaia frena. Il PD lancia l'allerta sulla gestione della delicata questione energetica

Vanessa Camani

Vanessa Camani, PD

La questione del nucleare a Porto Marghera sta generando un notevole scompiglio all'interno della Lega, con dichiarazioni contraddittorie che mettono in luce una confusione politica crescente. A meno di 24 ore dalle affermazioni del capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Alberto Villanova, che ha aperto a un possibile reattore nucleare nel sito veneto, il governatore Luca Zaia ha smentito bruscamente questa posizione.

Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, ha evidenziato questa incoerenza: “Villanova ha affermato senza esitazioni che non esiste alcun 'pregiudizio ideologico' riguardo all'installazione di un reattore nucleare di ultima generazione, descrivendo l'idea come 'molto interessante e meritevole di essere approfondita'. Addirittura, aveva lanciato la proposta di garantire energia gratuita per tutti i veneti”, ha dichiarato Camani.

Tuttavia, la reazione di Zaia ha completamente stravolto la situazione, dichiarando un netto rifiuto nei confronti di una centrale nucleare a Marghera. Questa contraddizione non solo crea confusione interna nel partito, ma contrasta anche con gli orientamenti del Governo Meloni, come evidenziato dalle recenti posizioni del ministro Urso e di esponenti di Fratelli d'Italia.

“Con un tale livello di confusione politica, c'è poco da star tranquilli su un tema così delicato come quello energetico”, ha concluso Camani, lanciando un chiaro allerta sulle implicazioni di queste divergenze di opinioni.

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