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Memoria negata
11.11.2024 - 16:28
Vanessa Camani
La decisione del preside del liceo “Tito Livio” di Padova di rifiutare il “minuto di rumore” per commemorare l’anniversario della morte di Giulia Cecchettin, ex studentessa dell’istituto, ha scatenato un’ondata di polemiche e indignazione. La capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Vanessa Camani, si è espressa duramente contro la scelta del dirigente scolastico, definendola “grave” e “fuori luogo”.
Secondo Camani, la pretesa del preside di stabilire come i ragazzi debbano esprimere il loro dolore rappresenta l’emblema di una società che impone agli adolescenti la propria visione, senza lasciare loro spazio per esprimere liberamente il disagio e il desiderio di far sentire la propria voce. “In un contesto di violenza di genere, fare rumore non è solo un atto simbolico, ma una necessità – ha dichiarato Camani –. Scegliere il silenzio, camuffato da riflessione composta, rischia di annacquare il significato della commemorazione e di allontanarsi dal bisogno reale di alzare la voce su un tema così drammatico”.
La richiesta degli studenti di rendere omaggio a Giulia con un gesto collettivo, capace di scuotere e sensibilizzare, è stata così respinta, lasciando in molti un senso di sconforto e delusione. Un messaggio che avrebbe potuto contribuire alla sensibilizzazione sulla violenza di genere, secondo i critici, è stato ridotto a silenzio e riflessione composta, quando invece ci sarebbe necessità di “fare rumore” per continuare a denunciare l’orrore e sostenere il ricordo delle tante donne vittime di femminicidio in Italia.
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