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Politica
05.07.2025 - 10:53
Pier Paolo Frigato, presidente di Ecoambiente
Giornata tesa e dal finale imprevedibile quella vissuta nel pomeriggio del 4 luglio nella sede di Ecoambiente. Dopo un primo voto fallito per mancanza di consenso, il centrodestra è riuscito a far approvare il bilancio e a far passare la terna proposta per il nuovo Consiglio di amministrazione. Determinante è stata la sospensione dell’assemblea e il pressing telefonico ai sindaci assenti, che ha ribaltato l’esito iniziale.
La votazione ha riconfermato Pier Paolo Frigato alla presidenza, nominato Alberto Patergnani (già presidente di Polaris) come nuovo amministratore delegato, e indicato Patrizia Cassetta come consigliera, nome espresso direttamente dalla sindaca di Rovigo Valeria Cittadin, a rappresentanza del socio di maggioranza assoluta: il Comune capoluogo.
L’assemblea di controllo analogo, convocata per le 16, ha subito registrato assenze significative. Dopo due appelli, si è riusciti a raggiungere il quorum con 31 sindaci presenti su 50 e 751 quote su 1.000. In un primo momento, però, la terna proposta ha ottenuto solo 26 voti favorevoli e 4 astensioni, non sufficienti per la nomina.
L’assemblea è stata quindi sospesa per oltre mezz’ora, durante la quale è partito un pressing serrato sui sindaci assenti, contattati telefonicamente per tornare a esprimersi sulla proposta. Alla fine, la manovra ha funzionato: la terna Frigato–Patergnani–Cassetta è passata.
Prima della questione Cda, è stato approvato il bilancio annuale di Ecoambiente – in attivo – ma con l’astensione di Adria e Rosolina, in polemica con la gestione degli sportelli locali. È stato inoltre confermato, con voto unanime, il mantenimento del Cda a tre membri, sconfessando altre ipotesi che prevedevano una riduzione o un ampliamento.
Le frizioni politiche non sono mancate. Giorgio Grassia, sindaco di Castelguglielmo, ha duramente criticato l’esclusione del centrosinistra dal processo decisionale e ha sollevato dubbi sul futuro dell’impianto di biodigestione già aggiudicato:
«Si parla di voler fermare il progetto, ma ci sarebbero penali fino a 2 milioni di euro. Invito alla riflessione».
Anche altri sindaci si sono astenuti in segno di protesta: Porto Viro, Ariano nel Polesine e Gaiba. Secondo fonti presenti in aula, molti avrebbero auspicato una trattativa più ampia e un tempo maggiore per condividere le scelte.
La sindaca di Rovigo, Valeria Cittadin, che ha presieduto l’assemblea, ha cercato di stemperare i toni nel post-voto:
«È un punto di partenza. Auspico una maggiore collaborazione tra i sindaci, superando le divisioni. Per il bene della nostra società è fondamentale ritrovare serenità».
Un sindaco deluso ha commentato a microfoni spenti: «È stata una brutta pagina, ma pur sempre democrazia», riferendosi alla forzatura con cui si è arrivati alla votazione decisiva.
Il futuro di Ecoambiente, al centro di scelte strategiche su raccolta differenziata, impianti e gestione rifiuti, ora è nelle mani di un Consiglio di amministrazione interamente targato centrodestra. Ma la partita politica, evidentemente, è tutt’altro che chiusa.
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