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POLITICA
19.12.2025 - 10:06
Il centro sinistra non si presenta, Forza Italia e le altre civiche escono dall'aula
A Santa Maria di Sala l’approvazione della Variante generale 22/A al Piano degli Interventi si è trasformata in una delle sedute consiliari più tese dell’ultimo anno. La maggioranza ha rivendicato l’importanza del provvedimento, definendolo un passaggio atteso da molti cittadini e presentandolo come un risultato ottenuto in pochi mesi di lavoro intenso. Secondo il sindaco Arpi, il nuovo Piano permetterà di sbloccare 165 pratiche rimaste in sospeso, alcune risalenti addirittura al 2019, offrendo finalmente risposte urbanistiche a famiglie che attendono da anni un via libera a piccoli interventi edilizi o alla riqualificazione di immobili agricoli dismessi. L’amministrazione annuncia già per febbraio una seconda tranche di varianti, quelle che richiedono la Valutazione di impatto ambientale.

A fronte dell’autosoddisfazione della maggioranza, il centrosinistra ha deciso di non partecipare alla seduta per protesta, mentre Forza Italia – Lista Salese, Alternativa Civica e Progetto Rinascita Comune hanno scelto di abbandonare l’aula a metà discussione. Una decisione definita necessaria dai gruppi, che accusano la giunta di aver gestito l’intero iter con scarsa trasparenza e modalità ritenute politicamente inaccettabili. Le opposizioni sottolineano come molte pratiche siano state integrate oltre i termini previsti, come il dossier sia stato modificato più volte in corsa e come alcune valutazioni siano cambiate in modo ritenuto ingiustificato.
Nel mirino anche la presenza in Consiglio di consiglieri-tecnici coinvolti nella predisposizione o gestione di alcune pratiche private, costretti durante la seduta a uscire e rientrare più volte per evitare il conflitto di interessi. Una scena che le minoranze definiscono indicativa di un problema strutturale: il rischio che professionisti incaricati di seguire richieste urbanistiche siedano allo stesso tempo nell’organo chiamato a giudicarle. Il capogruppo Gianpietro Spolladore ha richiamato in aula una sentenza del Consiglio di Stato che permette la votazione per parti separate solo in casi eccezionali, sottolineando come senza questa procedura la variante non avrebbe avuto i numeri per essere approvata.
Le critiche non si fermano qui: documentazione ritenuta datata, pratiche in contrasto con le Norme tecniche operative, e una concentrazione considerata anomala di incarichi negli stessi professionisti seduti ai banchi del Consiglio. Le opposizioni affermano di essere entrate in aula per assumersi la responsabilità politica di denunciare pubblicamente queste criticità, scegliendo poi di non legittimare oltre un metodo che, a loro giudizio, riporta a logiche urbanistiche del passato.
La maggioranza, dal canto suo, rivendica un lavoro corposo, rapido e utile alla cittadinanza. Le minoranze promettono battaglia, annunciando che continueranno a vigilare affinché le regole siano uguali per tutti. Santa Maria di Sala, ancora una volta, si ritrova divisa su un tema che intreccia tecnica, politica e interessi del territorio.
Riccardo Musacco
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