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IL WC NON È UN CESTINO: CATTIVE ABITUDINI QUOTIDIANE CHE CI COSTANO CARE

Servizi igienici: un diritto umano minacciato da cattive abitudini, impatti sanitari e ambientali, rifiuti problematici e semplici pratiche per proteggere impianti e salute.

IL WC NON È UN CESTINO: CATTIVE ABITUDINI QUOTIDIANE CHE CI COSTANO CARE

I servizi igienici sono un diritto umano fondamentale per una vita in salute. Questo perché prevengono il diffondersi di malattie e migliorano il benessere della persona. Oltre a garantire dignità all’individuo, promuovono la sostenibilità perché riducono l’inquinamento e favoriscono la tutela delle risorse idriche.

Il tema dell’accesso ai servizi igienici è molto importante specialmente considerando l'altissimo numero di persone che ancora oggi ne sono prive.

Dai dati OMS/UNICEF 2023 risulta che 3,5 miliardi di persone vivono ancora senza servizi igienici gestiti in sicurezza, inclusi 419 milioni che praticano la defecazione all’aperto, 2,2 miliardi di persone vivono ancora senza acqua potabile gestita in sicurezza, inclusi 115 milioni che bevono acqua di superficie, acqua che si trova in fiumi, laghi e bacini e che a causa delle influenze ambientali richiede un trattamento più intensivo per essere resa potabile e 2 miliardi di persone a cui mancano ancora di servizi igienici di base, inclusi 653 milioni senza alcuna struttura che non hanno  quindi accesso a latrine, servizi igienici semplici o bagni moderni collegati a un sistema fognario.

Secondo l’OMS, sempre riferendosi al dato del 2023, migliorare l’accesso all’acqua, ai servizi igienici e all’igiene può salvare 1,4 milioni di vite ogni anno.

Ed è proprio di questo che si occupa il “World Toilet Day”, in italiano “Giornata Mondiale dei Servizi Igienici”, istituita dalle Nazioni Unite nel 2013 che si celebra il 19 novembre di ogni anno per sensibilizzare e informare sull’importanza dei servizi igienici sicuri e igienici per tutti.

Ogni volta che tiriamo lo sciacquone pensiamo che tutto “sparisca”. In realtà quello che finisce nello scarico non si dissolve come per magia: percorre chilometri di tubature, arriva agli impianti di depurazione dove gli scarichi vengono trattati per restituire acqua pulita all’ambiente. Le nostre abitudini sbagliate possono avere un impatto negativo in questo ciclo virtuoso e diventare un problema collettivo.

Nelle fognature, i tecnici trovano di tutto: soprattutto rifiuti che non dovrebbero mai finire negli scarichi domestici. Non è un caso se in molte città si registrano sempre più spesso guasti, ostruzioni e costi straordinari di manutenzione.

Gli oli e i grassi da cucina, per esempio, sembrano liquidi innocui, ma a contatto con l’acqua fredda si solidificano formando blocchi compatti che ostacolano il passaggio. Le salviette umidificate, presentate come “usa e getta”, contengono fibre di plastica che non si degradano: si arrotolano nelle tubature e diventano vere e proprie trappole. Si possono si “usare” e poi “gettare” ma nelle modalità corrette (e comunque non nel wc). Non va meglio con dischetti struccanti, cotton fioc e cerotti: piccoli oggetti domestici che, sommati, provocano danni alle condotte e agli impianti di depurazione.

Anche gli altri rifiuti quali assorbenti, pannolini, profilattici sono composti da materiali che non si sciolgono, che galleggiano o si gonfiano nell’acqua fino a bloccare gli scarichi. Il risultato? Tubi ostruiti, interventi costosi e, soprattutto, la possibilità che questi rifiuti arrivino fino al mare inquinando spiagge e fondali.

Un capitolo a parte meritano i medicinali. C’è ancora chi, per liberarsi di blister e compresse scadute, sceglie la scorciatoia del WC. Una scelta pericolosa: principi attivi chimici che resistono ai processi di depurazione possono contaminare corsi d’acqua e persino falde sotterranee.

Anche gesti apparentemente banali come buttare capelli, chewing-gum o mozziconi di sigaretta hanno conseguenze. I primi si aggrovigliano in veri e propri nodi; i secondi si attaccano alle superfici e resistono per anni. Piccole azioni quotidiane che, sommate, alimentano un problema enorme.

Le prime tubature interessate sono quelle di casa dove le ostruzioni e gli intasamenti possono portare a ristagni d’acqua, cattivi odori, perdite d’acqua e nei casi più gravi gravi danni  arrivando a richiedere la sostituzione di interi tratti con interventi che possono costare migliaia di euro al proprietario di casa.

La verità è che usiamo il WC come fosse un cestino perché ci sembra comodo, immediato. Ma ogni volta che scegliamo la via più veloce, spostiamo il problema un po’ più in là: dagli scarichi di casa alle reti fognarie, fino agli impianti di depurazione che devono fronteggiare materiali per cui non sono progettati. E quando il sistema non regge, a pagare siamo tutti, sia in termini economici che ambientali.

Cambiare abitudini non richiede grandi sforzi: basta conferire correttamente i rifiuti utilizzando gli appositi contenitori per l’olio esausto, per i farmaci, e gettare nel Secco residuo i pannolini e gli assorbenti. Sono scelte semplici che migliorano la vita domestica e proteggono l’ambiente.

Il bagno non è il luogo delle scorciatoie. È il punto di contatto tra la nostra quotidianità e un sistema più grande, invisibile ma vitale. Ricordarlo ogni volta che premiamo il pulsante dello sciacquone significa assumersi una piccola, grande responsabilità.


Per informazioni su come differenziatare correttamente i rifiuti consulta www.etraspa.it o la APP ETRA Servizio rifiuti (disponibile gratuitamente negli APP store)

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