Durante l'alluvione del 1951, che colpì la provincia di Rovigo, Conti morì cercando di salvare la popolazione dell'annegamento
Nella tragedia che fu l’alluvione del 1951 ci sono storie che sono state dimenticate o negate o travisate. I morti accertati furono 91, tra cui 84 vittime intrappolate nel “camion della morte”, inabissatosi nelle acque limacciose di Frassinelle Polesine.
Bertoli e Barison: "Ristabilire la verità storica"
"Ed è qui - affermano Antonella Bertoli, presidente della commissione pari opportunità della Provincia, e Pierpaolo Barison, sindaco di Villadose - che cominciano l’inganno, la confusione, o per meglio dire, è qui che i ricordi e le ricostruzioni si intrecciano e si confondono gli uni alle altre, perché i morti non possono parlare e i sopravvissuti hanno raccontato versioni diverse di tante verità a seconda del momento che stavano attraversando. Noi non vogliamo negare la paura e la disperazione che provarono i sopravvissuti in quei momenti terribili, e crediamo appunto che quei ricordi si siano fatti confusi proprio in conseguenza della concitazione e dell’agitazione provata, ma è nostro compito ristabilire la verità anche storica di ciò che successe allora, soprattutto per quanto riguarda la vicenda del cosiddetto camion della morte".
L'obiettivo è ridare vita e dignità a Giacomo Conti
"È stato difficile ricostruire la storia di quel camion - dicono Bertoli e Barison - così come è stato ancora più difficile ridare vita e dignità a Giacomo Conti, che guidò quel camion anche se in molti se lo sono dimenticato e gli hanno storpiato il nome in Conte. Quella di Giacomo è una figura dimenticata dal tempo e dagli uomini. Anche dagli stessi sopravvissuti che erano con lui su quel maledetto camion. Ora riteniamo necessario e doveroso dire la verità così come l’abbiamo ritrovata leggendo e comparando le varie contraddizioni, scritture e testimonianze".
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