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Rovigo, "Non potevamo votare il documento sulle piscine"

POLO NATATORIO DI ROVIGO

La posizione del Partito Democratico di Rovigo dopo il voto favorevole del consiglio comunale ai fondi per il ripristino della piscina

«Non potevamo votare un documento che non rispondeva al duplice obiettivo di riaprire in sicurezza il polo natatorio e di tutelare i dipendenti». È la posizione espressa dal circolo rodigino del Partito Democratico sulla delibera per la riapertura delle piscine proposta del sindaco Edoardo Gaffeo. «Il problema è che si sono uniti aspetti diversi – affermano i democratici – Da una parte i lavori necessari a riaprire le vasche in sicurezza, dall’altra la procedura di assegnazione dell’impianto a un futuro gestore. Sul primo nulla da eccepire, ma i lavori potevano e dovevano già iniziare. Sul secondo dobbiamo sottolineare che molte ipotesi alternative a quella preferita dal sindaco sono state escluse senza motivazioni convincenti. Così molte questioni sono rimaste in sospeso: il futuro dei lavoratori, la continuità dei servizi, la possibilità di passare per una gestione pubblica del servizio». Secondo il PD la soluzione doveva essere un’altra. «C’era la possibilità di trovare una soluzione ponte attraverso un soggetto che mantenesse una vasca aperta mentre si accelerano i lavori sull’altra – spiega il circolo – Il contenzioso avviato dal Comune contro i precedenti gestori è stato rimandato dal tribunale a un arbitrato, ovvero la ricerca di un accordo. Quale occasione migliore per cercare di tenere il polo aperto, seppur parzialmente? Si è invece preferita un’altra direzione, che porterà alla chiusura totale delle vasche col rischio che se il ricorso fallirà la città dovrà sborsare altri soldi per pagare i danni». In ogni caso il voto dei consiglieri PD non è stato contrario ed hanno preferito abbandonare l’aula. «Nonostante l’assenza di chiarezza e leale collaborazione, non abbiamo voluto fare ostruzionismo – conclude il circolo – Questo perché sappiamo molto bene quanto l’impianto sia importante per la città. Ci rammarichiamo dell’ennesima misura frettolosa, che non garantisce una riapertura certa perché la soluzione proposta dall’ormai ex-sindaco implicherebbe trovare un gestore che accetti di accontentarsi per pochi, rendendo difficile bilanciare costi e incassi. Bisognava prima di tutto mettere in sicurezza la riapertura e solo poi procedere a un bando a lungo termine».
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