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Emergenza Idrogeologica. ADRIA 3/4
22.05.2025 - 09:45
Quali sono gli effetti più evidenti del cambiamento climatico riscontrati negli ultimi anni?
Gli effetti più evidenti che l’agricoltura ha subito inevitabilmente negli ultimi anni sono i fenomeni atmosferici inusuali per la nostra zona climatica, sempre più estremi e frequenti. Pensiamo alle gelate primaverili quando gli alberi da frutto sono in fiore e quindi in ripresa vegetativa, o quelle che vengono definite bombe d’acqua scaricano in pochi minuti tanti millimetri di acqua quanto potrebbe essere la media di mesi; pensiamo ai lunghi periodi di piogge alternati ad altrettanti periodi siccitosi o alle grandinate ‘destagionalizzate’ peraltro con chicchi più grandi di quelli a cui eravamo abituati. Se ci soffermiamo su una specifica zona della nostra provincia, la siccità ha riportato alla nostra attenzione anche la risalita del cuneo salino oltre che la scarsità di acqua per l’irrigazione, un fenomeno che non è di recente conoscenza per il nostro settore, ma che si verifica sempre più spesso e che purtroppo colpisce zone più vaste di quello che si pensa. In tutto questo cambiamento, si uniscono anche gli arrivi di insetti o animali alloctoni, ricordiamo la piaga della cimice asiatica sulla frutta che si è purtroppo ben integrata nel nostro territorio o al granchio blu nelle lagune.
Avete registrato un aumento degli eventi estremi come siccità prolungate, grandinate, alluvioni o ondate di calore? Come stanno incidendo sulle coltivazioni locali?
Gli eventi estremi sono ormai monitorati da diversi enti e organismi, nazionali e internazionali, che ci forniscono dati tangibili e reali di quello che è sotto gli occhi di tutti. Gli agricoltori in particolare si appoggiano a sistemi e servizi specifici, soprattutto per cercare, ove possibile e se possibile, di prevenire e proteggere le proprie colture.
Tornando ai fenomeni climatici estremi, questi incidono inevitabilmente nelle decisioni aziendali, nel nostro gergo assistiamo sempre più spesso a cambi colturali; vengono scelte, appunto, colture più resistenti o che necessitano di meno acqua o che si possono più facilmente abituare a nuovi climi, o si prediligono varietà di colture che sono migliori di quelle usate in precedenza.
Purtroppo, questo causa perdite varietali, perdite di biodiversità o vere eccellenze agricole che vengono letteralmente abbandonate; pensiamo ai frutteti, sempre più esposti al meteo o agli insetti, la difesa attiva e passiva non è stata sufficiente per fermare alcuni fenomeni e molti agricoltori hanno convertito la frutta in seminativi, perdendo una storia, una tradizione e un valore inestimabile.
L’innalzamento del livello del mare e la salinizzazione del suolo rappresentano una minaccia concreta per l’agricoltura? Se sì, con quali conseguenze?
Negli ultimi anni abbiamo preso visione di molti studi con proiezioni future sull’innalzamento del livello del mare Adriatico; questo avrebbe un impatto devastante per una grande porzione del nostro territorio che si affaccia sul mare, ma non verrebbero risparmiate anche altre zone oggi apparentemente distanti dal litorale. La minaccia invece più vicina nel tempo e che abbiamo già vissuto di recente è la salinizzazione del suolo. Grazie alla stretta collaborazione con i consorzi di bonifica si sta cercando di andare ai ripari con opere strategiche, Coldiretti sostiene in toto il loro lavoro perché il nostro territorio è mantenuto asciutto grazie e soprattutto alla gestione puntuale di questi enti.
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