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Emergenza idrogeologica. Riviere del Brenta 1/4

Invasi per trattenere l’acqua e gestire le emergenze

Il sindaco di Dolo Gianluigi Naletto fa il punto della situazione sul suo territorio

Invasi per trattenere l’acqua e gestire le emergenze

L'invaso a Dolo

Una importante opera idraulica di mitigazione è da poco realizzata ad Arino, in sinergia con un privato: coinvolge oltre 130.000 mila metri quadrati di terreno

Siccità e bombe d’acqua sono le testimonianze che il clima è cambiato. Se un tempo la parola d’ordine nel governo delle acque meteoriche era quella di accelerare lo scorrimento dell’acqua piovana, oggi, al contrario, la modalità di gestione dell’acqua è quella di trattenerla. A fare il punto della situazione per il territorio di Dolo è il sindaco Gianluigi Naletto.

“Complessivamente - dice Naletto - il territorio dolese presenta un buon equilibrio idraulico, ciò grazie ad importanti interventi che il Comune ha contribuito a realizzare, in collaborazione con i Consorzi di Bonifica, la Regione e privati. Opere come il potenziamento delle elettropompe nel canale pensile Serraglio, la sistemazione dello scolo Comunetto nel distretto delle scuole secondarie di secondo grado e l’avvio del piano di manutenzione della rete comunale delle acque bianche e nere, garantiscono una buona gestione idrica del nostro ambiente urbano ed agricolo”.

Una importante opera idraulica di mitigazione è da poco realizzata nella frazione di Arino, in sinergia con un soggetto privato, che coinvolge oltre 130.000 mila metri quadrati di terreno. Un intervento di laminazione capace di contenere oltre 100.000 mila metri cubi, pari a 100 milioni di litri d’acqua. “E’ - dice Naletto - una infrastruttura naturale, unica nel suo genere, programmata ed in fase di approvazione dall’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali”.

A sud del paese si sta lavorando, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Bacchiglione, all’estensione di un’area umida già presente, al confine con Camponogara, nel sedime dell’ex idrovia Padova-Venezia. Si tratta della costruzione di un invaso, fa sapere il Comune, di altri 100.000 mila metri cubi, su un’area di circa 10 ettari. Un intervento finanziato dalla Regione Veneto per circa 3,8 milioni di euro.

Un progetto che realizzerà tra i più importanti parchi d’acqua e della biodiversità veneti, in cui l’idea di fondo è quella di raccogliere e gestire l’acqua durante i sempre più frequenti fenomeni piovosi torrenziali (bombe d’acqua), utilizzandola poi nei periodi più siccitosi. Il concetto è quello di un sistema di “laghetti”, nei quali far scorrere acqua corrente per la possibile ricarica degli scoli irrigui e delle falde, prevedendo anche la realizzazione di impianti di produzione idroelettrica e fotovoltaica in grado di alimentare stazioni di pompaggio d’acqua nei momenti di criticità idrica.

“Se sempre vivo deve restare - dice Naletto - il nostro appello alla Regione per la necessità di un piano di manutenzione straordinario del Naviglio, altrettanto costante deve essere il monitoraggio dei quasi 70 chilometri della rete idraulica minore, 66% privata, 20% comunale e 12% della Città metropolitana di Venezia. Si sta lavorando infine ad un piano per una collaborazione straordinaria con i privati, utile alla realizzazione delle manutenzioni necessarie”.

Alessandro Abbadir

 

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