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Rovigo, Palazzo Moroni: le lapidi ai caduti sparite torneranno al loro posto

Rossini, consigliere di Rovigo, aveva presentato un’interpellanza sulle lapidi della facciata di Palazzo Moroni, sparite ormai 15 anni fa

Tempo di domande e di risposte nel Comune di Rovigo, dove il consigliere Antonio Rossini aveva fatto pervenire all’amministrazione comunale ancora lo scorso febbraio un’interpellanza in merito alle lapidi sulla facciata di Palazzo Moroni, sparite ormai 15 anni fa dalla loro sede; interpellanza che ora riceve risposta. È necessario però, prima di proseguire, ripercorrere i fatti. In seguito alla misteriosa sparizione delle lapidi di Palazzo Moroni nel 2007, proprietà comunale e già sede del Cur di Rovigo, erano state effettuate alcune ricerche nel 2014, per cercare di ritrovare i due reperti o, quanto meno di individuare i nomi dei caduti ivi impressi, ma senza alcun esito. Dopo di allora, più nulla: nessun’altra ricerca, nessuna azione risolutiva. Soltanto l’impegno del Presidente del Cur, per “cercare di capire cosa sia successo” e fare “quanto possibile per venire a capo della vicenda”, oltre ad un rinnovato grido di attenzione da parte dello scrittore e storico polesano Claudio Modena alla fine del 2021. Senza grande seguito.

Rossini: "Rendere ai caduti l'onore che meritano"

“La vicenda delle due lapidi riportanti sparite, in un assordante silenzio delle Istituzioni, - ha dunque commentato nell’interpellanza Rossini - insieme al valore storico, culturale e umano che rappresentavano, configura un disinteresse e una superficialità senza paragoni da parte di chi doveva vigilare sulle operazioni di ristrutturazione dell’immobile”. “Dietro alla rappresentazione simbolica di un nome su di una lapide ogni cittadino dovrebbe leggere la realtà storica e umana di un giovane eroe trascinato dalla sorte in un evento più grande di lui - continuava Rossini -. A questi uomini deve essere restituita la loro dignità, riconosciuto il loro sacrificio e tributato il giusto, reverenziale onore”. Una sola richiesta dunque all’amministrazione: “che in questa occasione in cui non ci si deve appuntare sul petto medaglie di vittoria politica, vi sia una collettiva presa di coscienza e di posizione univoca e totale, affinché si ottenga di far luce, in tempi rapidi e una volta per tutte, su questa tristissima vicenda, con al riposizionamento delle lapidi o l’individuazione dei nomi dei caduti impressi riportandoli nel marmo nel suo posto originario, il tutto con una significativa cerimonia che renda il giusto tributo a questi caduti”.

Favaretto: "L'amministrazione si impegna a cercare le lapidi scomparse"

A rispondere a Rossini, l’assessore Giuseppe Favaretto, che esprimendo “tutta la mia condivisione per le considerazioni riguardanti l’alto valore etico, morale e patriottico che rappresentano le lapidi commemorative dei militi caduti”, ha rassicurato dichiarando “tutto il mio impegno e quello di tutta l’Amministrazione per la ricerca e il reperimento delle lapidi e nella peggiore delle ipotesi che si fossero perse, di proporre il loro rifacimento e successivo riposizionamento con l’indicazione di tutti i nominativi dei caduti in guerra meritevoli di imperitura memoria”. Grande soddisfazione, dunque, per il consigliere Rossini, ma anche per l’intera popolazione: la memoria non può né deve mai essere cancellata o dimenticata. Gaia Ferrarese
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