Rovigo, al Premio Tomeo l'agenda rossa di Paolo Borsellino

Natascia Celeghin

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29.04.2022 - 09:38

Teatro Ragazzi Premio Tomeo Lendinara Rovigo

Al Teatro Ballarin di Lendinara (Rovigo), parte sabato 30 aprile alle 21 il Premio Tomeo, l’Oscar del teatro dei ragazzi del Polesine Al Teatro comunale Ballarin di Lendinara (Rovigo), parte sabato 30 aprile, alle 21, il Premio Tomeo, l’Oscar del teatro dei ragazzi del Polesine. Il primo spettacolo in concorso è un percorso di riflessioni sulla legalità, degli studenti di seconda e terza media della scuola Alberto Mario di Lendinara. Ragazze e ragazzi sono guidati dall’operatore teatrale professionale Emilio Milani, che ne cura la regia. Il teatro come strumento educativo: si parla di Paolo Borsellino “L’agenda rossa di Paolo Borsellino” è il titolo impegnativo di questa restituzione teatrale del laboratorio scolastico. Si tratta di un monologo, che verrà letto a più voci su testo collettivo, creato dagli stessi ragazzi, lungo un percorso di “teatro-educazione”, cifra stilistica di Emilio Milani. La scelta registica è stata quasi imposta dai tempi dettati dalla pandemia e dall’incertezza, per cui non è stato possibile preparare anche parti di movimento e drammatizzazione.

Al Teatro Ballarin di Lendinara (Rovigo), parte sabato 30 aprile alle 21 il Premio Tomeo, l’Oscar del teatro dei ragazzi del Polesine

Al Teatro comunale Ballarin di Lendinara (Rovigo), parte sabato 30 aprile, alle 21, il Premio Tomeo, l’Oscar del teatro dei ragazzi del Polesine. Il primo spettacolo in concorso è un percorso di riflessioni sulla legalità, degli studenti di seconda e terza media della scuola Alberto Mario di Lendinara. Ragazze e ragazzi sono guidati dall’operatore teatrale professionale Emilio Milani, che ne cura la regia.

Il teatro come strumento educativo: si parla di Paolo Borsellino

“L’agenda rossa di Paolo Borsellino” è il titolo impegnativo di questa restituzione teatrale del laboratorio scolastico. Si tratta di un monologo, che verrà letto a più voci su testo collettivo, creato dagli stessi ragazzi, lungo un percorso di “teatro-educazione”, cifra stilistica di Emilio Milani. La scelta registica è stata quasi imposta dai tempi dettati dalla pandemia e dall’incertezza, per cui non è stato possibile preparare anche parti di movimento e drammatizzazione.