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Clamoroso da Venezia: “Coppola decaduta”

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coppolaIsi Coppola è stata dichiarata decaduta dal ruolo di consigliere regionale per aver speso, nel corso della campagna elettorale del 2010, più di quanto dichiarato effettivamente e, comunque, più del tetto fissato per legge a 40mila euro. Proprio per questo sforamento è scattata anche la sanzione amministrativa di centodiecimila euro, più tutte le spese legali e del Ctu (il consulente tecnico d’ufficio): lo ha deciso il giudice della corte d’Appello di Venezia accogliendo il ricorso di Luca Rossetto, fedelissimo di Renzo Marangon, storico sfidante nell’agone politica polesana di Isi Coppola. Pur essendo entrambi in quota Pdl, la signora del Delta ha superato brillantemente il test dell’urna, più di quattro anni fa, aggiudicandosi quasi 10mila preferenze in più dello sfidante azzurro. E ora, se il consiglio ratificasse la decisione del giudice e la Coppola decadesse, si procederebbe alla surroga. E sarebbe proprio Marangon a sedere sullo scranno di palazzo Ferro Fini come primo dei non eletti - dopo anni di strenua attesa e dopo che il procedimento contro Coppola era arrivato più volte in Cassazione, e per altrettante era tornato indietro. Il tutto, comunque, a pochi mesi dalle elezioni che scompiglieranno le carte a palazzo Balbi. A complicare il quadro c’è poi la nomina di Isi Coppola ad assessore regionale e le ulteriori deleghe alle Infrastrutture che il presidente Zaia le ha recentemente trasferito da Chisso, che è ai domiciliari per la vicenda Mose. Resta da vedere ora che decisione prenderà il governatore, in merito alla permanenza o meno in giunta dell’azzurra polesana. Per il momento ha preso tempo, decretando che “le motivazioni della sentenza verranno valutate dall’Avvocatura regionale”. La Coppola, intanto, non rimane alla finestra e promette battaglia: “Ricorreremo contro la Corte d’appello di Venezia per far rispettare la volontà e l’indicazione degli elettori. Abbiamo a disposizione non uno ma ben due livelli di giudizio, la Cassazione ed il Tar”, ha dichiarato. Sulla vicenda comunque non è ancora scritta la parola fine, dal momento che ci sono varie considerazioni che è doveroso fare. In primo luogo quella emessa dalla Corte di Appello di Venezia è una sentenza non definitiva e che quindi potrà legittimamente essere fatta oggetto di impugnazione.   di Elisa Dall'Aglio
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