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Sport
20.05.2025 - 09:25
Giovanni Boniolo con la presidente Pia Poliero
Una sorta di lectio magistralis sul fair play del filosofo e cestista Giovanni Boniolo, è quella che si è tenuta nella conviviale del Panathlon club Rovigo. Una serata che ha visto accogliere dalla presidente del Panathlon club Rovigo Pia Poliero, due nuovi soci. Alessandra Cervati, commerciante, la famiglia da anni è legata al mondo dello sport ovale e al calcio e Carlo Lazzarini Camparin che fa parte del direttivo dell’associazione di vela “A gonfie vele” con base a Rosolina Mare, ed è iscritto come cicloamatore alla società ciclistica Pavajon. Giovanni Boniolo, docente di filosofia della Scienza presso il dipartimento di neuroscienze dell’Università di Ferrara, presidente dell’Accademia dei Concordi di Rovigo dal 2017 al 2023, autore di diverse pubblicazioni, vanta un passato da giocatore di basket in serie A. “Avere fair play significa seguire le regole del proprio sport. Un termine usato erroneamente anche dai giornalisti, ha sottolineato Boniolo, quando una squadra pulisce gli spogliatoi dopo una partita non è fair play, ma educazione. Quando ci si autodenuncia per un gol irregolare, o un rigore inesistente, non è fair play, ma onestà: sono due cose differenti. Tendere la mano ad un avversario a terra non è fair play, è gentilezza. L’onestà, l’educazione, la gentilezza non hanno nulla a che fare con il fair play, ha detto Boniolo: fondamentale l’intervento dei genitori, allenatori, dirigenti, e docenti. Qualità che sono una rarità, perchè viviamo in un mondo di furbi, maleducati e scortesi, abbiamo perso quella cosa cara ai giapponesi, che è il senso della vergogna”. La mano de Dios e il caso che fece discutere tanti. Boniolo non usa mezzi termini: “Se hai violato le regole sei un baro, Maradona è stato un baro (riferendosi al celebre gol di mano nei quarti di finale al Mondiale contro l’Inghilterra nel 1986) non ha usato il fair play. Il grande compito di dirigenti ed allenatori, è rendere giocatori e giocatrici educati, gentili ed onesti. Se una persona è maleducata, disonesta e scortese come atleta, è causa di cattivi allenatori, insegnanti e genitori”.
Cristiano Aggio
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