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Il nuovo screening neonatale salva una bambina di 3 mesi con l'immunodeficienza

La diagnosi precoce ha permesso il tempestivo trapianto di cellule staminali, senza il quale la neonata sarebbe morta nel giro di un anno

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Un trapianto di cellule staminali emopoietiche è stato eseguito con successo su una neonata di tre mesi a Verona. La paziente, affetta da una forma grave di immunodeficienza, presentava un sistema immunitario non sviluppato. In casi del genere, un trapianto rappresenta l'unica possibilità di cura, poiché la malattia risulta fatale entro il primo anno di vita senza intervento.

L'operazione è stata condotta il 24 aprile dall'Unità di Oncoematologia Pediatrica dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, sotto la direzione del dottor Simone Cesaro. I risultati positivi dell'intervento, che ha coinvolto cellule staminali provenienti da un donatore internazionale non consanguineo, sono stati divulgati solo di recente.

Le cellule trapiantate hanno attecchito perfettamente nel corpo della neonata. Dopo aver verificato il ripristino delle funzionalità alimentari e del sistema immunitario della bambina, i medici hanno disposto le sue dimissioni dopo 130 giorni di ricovero.

Questo intervento ha segnato un traguardo significativo in quanto è la prima neonata salvata attraverso uno specifico screening per questa malattia, che colpisce circa un neonato ogni 50.000.

Subito dopo la nascita, la piccola era stata ricoverata in una stanza a bassa carica batterica, insieme alla madre, per prevenire infezioni in attesa di identificare un donatore compatibile.

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