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SALUTE
04.05.2025 - 05:00
Le allergie stagionali sono sempre più una questione di calendario, e non solo di genetica. In Italia, secondo l’Associazione Allergologi Territoriali e Ospedalieri (AAITO), i casi di pollinosi sono aumentati del 30% negli ultimi dieci anni. Un dato che non sorprende più chi vive ogni primavera come una sfida: la fioritura inizia a febbraio e, con un finale spesso rinviato a novembre, chi è allergico si ritrova esposto ai pollini per gran parte dell’anno. “Quello che stiamo osservando è un allungamento anomalo e ormai sistematico della stagione allergica”, afferma il Dott. Guido Franceschetti, farmacista titolare della Farmacia Nadalini di Adria. “Non solo inizia prima, ma spesso finisce molto più tardi. Questo significa mesi e mesi di sintomi, anche per chi in passato ne soffriva solo in primavera.” La causa principale? I cambiamenti climatici. Temperature più miti in inverno e primavere anticipate influenzano direttamente il ciclo vitale delle piante. Ma non è solo questione di tempistica. “Con l’aumento della CO₂ e dello stress ambientale, molte piante producono più pollini e con un maggiore potenziale allergenico”, spiega Franceschetti. “Graminacee e parietaria sono le più attive, ma specie invasive come l’ambrosia stanno diventando un problema anche in Italia. Fino a pochi anni fa era rara. Ora è una realtà, soprattutto nel Nord.” I sintomi non sono più quelli “classici” di un tempo. “Oltre a starnuti e prurito, molti clienti lamentano disturbi più severi: difficoltà respiratorie, affaticamento, insonnia. In molti casi, la reattività cronica delle vie aeree porta a una flogosi persistente, che peggiora la qualità della vita.” Ma come affrontare questa nuova normalità? Secondo il Dott. Franceschetti, serve una strategia in più fasi. “Prevenzione, prima di tutto. Esistono applicazioni che aggiornano in tempo reale i livelli pollinici. È importante iniziare la terapia antistaminica prima del picco della propria allergia. Questo può fare una grande differenza.” La diagnosi è il secondo passo fondamentale. “Molti pensano di essere allergici ai 'pollini primaverili', ma è troppo generico. Solo i test specifici permettono di individuare l’allergene e costruire un piano terapeutico personalizzato. In alcuni casi si può valutare l’immunoterapia, che richiede tempo ma può modificare davvero la risposta allergica.” Accanto ai farmaci, ci sono accorgimenti quotidiani spesso sottovalutati. “Tenere le finestre chiuse nelle ore più critiche, usare purificatori d’aria con filtri HEPA, lavarsi i capelli alla sera e cambiare i vestiti dopo una lunga esposizione all’aperto sono semplici abitudini che riducono drasticamente l’esposizione.” Anche il panorama terapeutico si evolve. “Gli antistaminici di ultima generazione sono più efficaci e danno meno sonnolenza. Gli spray a base di corticosteroidi e i colliri specifici sono ben tollerati e utili per un approccio localizzato. L’importante è sempre individualizzare la terapia in base ai sintomi.” In farmacia, aggiunge Franceschetti, l’approccio è sempre su misura. “Offriamo consulenze mirate, ascoltiamo il paziente e collaboriamo con i medici per suggerire il trattamento più adatto.” E il naturale? “Alcuni integratori come la quercetina, il ribes nero o probiotici specifici possono aiutare. Non sono un’alternativa ai farmaci, ma un buon supporto nella prevenzione.” Sulla possibilità di migliorare il futuro, il farmacista non si nasconde dietro ottimismi facili. “Il clima continuerà probabilmente a peggiorare il quadro allergico, ma la ricerca sta lavorando su nuove molecole, perfino anticorpi monoclonali per i casi più gravi. C’è movimento, e questo ci dà fiducia.” Il suo messaggio finale è chiaro: “Non rassegnatevi. Con gli strumenti giusti, l’allergia non deve essere una condanna. Una gestione attenta può davvero restituire qualità alla vita. E la farmacia è un punto di riferimento sempre accessibile per affrontare con serenità anche le stagioni più complicate.”
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