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SICUREZZA URBANA. BASSA PADOVANA 4/4

Il gestore della piscina comunale: “Voglio garantire un ambiente sicuro e sereno”

Nei giorni successivi il questore di Padova ha emesso il Daspo nei confronti del trapper Baby Touche e di altri cinque giovani coinvolti

piscina monselice

Marco Canova, gestore della piscina comunale di Monselice, teatro della recente esplosione di violenza giovanile nella quale è stato coinvolto, non nasconde la sua amarezza: “Sto facendo solo il mio lavoro, cercando di garantire un ambiente sicuro e piacevole per le famiglie. Ho chiesto in più occasioni alle autorità un servizio di sorveglianza adeguato, perché purtroppo questa situazione non è un caso isolato”. Nei giorni successivi il questore di Padova ha emesso il Daspo nei confronti del trapper Baby Touche e di altri cinque giovani coinvolti che prevede il divieto per tre anni di accedere a locali pubblici, aree urbane e manifestazioni sportive nella provincia di Padova, oltre al foglio di via obbligatorio da Monselice per quattro anni.

Sulla questione sicurezza Canova è molto chiaro: “Io non posso discriminare nessuno, ma chiedo rispetto per le regole: niente alcol portato da fuori, divieto di fumare nell’area verde, niente pallonate verso gli altri clienti, niente rifiuti per terra. Chi non rispetta queste regole viene richiamato, e se si continua, si interviene chiamando le forze dell’ordine.”

Giovani perduti tra solitudine e violenza, criminalità tentazione per essere “famosi”

Gli episodi di vandalismo minorile diventano un mezzo per affermare, nel modo sbagliato, la propria identità. “C’è bisogno di una comunità educante che sappia riconoscere i segnali di malessere dei ragazzi”

L’episodio ha suscitato anche reazioni negative da parte di alcuni, che hanno criticato Canova per aver reso pubblica la vicenda: “Non posso tacere su ciò che è successo. È importante far capire che anche in una piscina pubblica possono verificarsi episodi gravi e che si deve intervenire con fermezza.”

Il gestore denuncia una situazione più ampia, che coinvolge il disagio giovanile e la mancanza di rispetto verso le regole e le persone: “Io insegno educazione fisica e vedo questi atteggiamenti anche a scuola. C’è troppo permissivismo, i genitori minacciano denunce se si fanno richiami severi e questo alimenta comportamenti arroganti e violenti.”

Conclude con una speranza: “Confido che episodi del genere non si ripetano. Qui vogliamo solo che le famiglie possano godersi un ambiente sicuro e sereno.” A questo proposito il Comune ha lavorato insieme al gestore per definire un protocollo d’intervento rapido. “Abbiamo concordato delle misure per riuscire a intervenire in maniera tempestiva - ricorda il sindaco Giorgia Bedin - nel caso si verificassero situazioni critiche. Il protocollo si è dimostrato efficace: siamo riusciti ad allontanare rapidamente le persone coinvolte.”

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