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Teatro Stabile del Veneto - ultima chiamata campagna abbonamenti

OGNI STORIA HA IL SUO INIZIO STAGIONE 2025/2026

Teatro Stabile del Veneto - ultima chiamata campagna abbonamenti

C'è una mela che si trasforma in serpente sulla locandina della nuova stagione del Teatro Stabile del Veneto. Un'immagine potente, quella scelta dal designer catalano Javier Jaén, che racconta meglio di mille parole la filosofia di questo cartellone 2025/2026: il teatro come luogo dove ogni storia ha il suo inizio, dove la caduta dall'innocenza diventa l'inizio del viaggio.

E che viaggio sarà, con ottanta spettacoli distribuiti tra i teatri Goldoni di Venezia, Verdi di Padova e Del Monaco di Treviso, di cui trentasette in abbonamento. Una programmazione che il direttore artistico Filippo Dini ha costruito seguendo un filo rosso preciso: mettere al centro gli attori e la parola degli autori, creando ponti generazionali che tengano insieme passato e presente in un dialogo fecondo e necessario.

La scommessa più audace la fa lo stesso Dini con "Il gabbiano" di Čechov, uno dei testi più cinici del grande drammaturgo russo, dove chiama Giuliana De Sio per la prima volta alle prese con un grande classico e affida al trentatreenne Leonardo Manzan la regia della sezione dedicata allo spettacolo di Kostja. Teatro nel teatro, stili che si confrontano e si scontrano, generazioni che dialogano sulla scena in un cortocircuito scenico che promette di far discutere. Debutterà in prima nazionale al Teatro Verdi di Padova il 4 novembre, prima di partire in tournée per l'Italia. La letteratura russa continua a ispirare anche Peppino Mazzotta, che firma una riscrittura di "Anime morte" di Gogol', trasformando la tragicomica galleria di personaggi in una tavolozza contemporanea di vizi e virtù. Mentre Leonardo Lidi, uno dei registi più interessanti della sua generazione, sceglie Tennessee Williams e "La gatta sul tetto che scotta" per dar vita a un presepe vivente dove ognuno indossa la maschera di ciò che non vorrebbe essere.

Ma è con "Mirandolina" che il Teatro Stabile del Veneto gioca la carta più internazionale e coraggiosa. La riscrittura della "Locandiera" goldoniana è affidata alla drammaturga irlandese Marina Carr, in co-produzione con l'Abbey Theatre di Dublino, per le celebrazioni delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. La regista Caitríona McLaughlin, che lavora tra Dublino, Londra e New York, porta in scena un testo di denuncia che riflette sul prezzo pagato dalle donne che osano reagire alla violenza di genere. Un debutto atteso al Del Monaco di Treviso il 5 febbraio che promette di far rumore. Questa attenzione alle voci femminili attraversa tutto il cartellone: Ella Hickson con "I corpi di Elizabeth" ripercorre la biografia della regina vergine con Elena Russo Arman, mentre Julia May Jonas in "Le stravaganti dis-avventure di Kim Sparrow" affida a Paola Minaccioni un personaggio dalle mille sfumature per raccontare la complessità delle relazioni tra i generi.

Non poteva mancare Marco Paolini, fedele al suo teatro civile, che inaugura il cartellone del Goldoni il 5 novembre con "Bestiario idrico", scritto con Giulio Boccaletti. Uno spettacolo che nasce dai conflitti e dai contratti dell'acqua, elemento che ha plasmato il paesaggio che ci circonda, dimostrando ancora una volta come il teatro possa essere strumento di riflessione sulle urgenze del presente. Le tredici produzioni originali del TSV si completano con un'offerta variegata che spazia dalle proposte per le scuole superiori ai progetti che valorizzano i giovani artisti del territorio, come "Tirannosauro" di Filippo Quezel e "L'arte di vivere. Il giorno in cui i corvi smisero di farmi paura", progetto al femminile curato da Francesca Garolla, Francesca Merli e Laura Serena.

Il cartellone ospiti porta sui palcoscenici veneti nomi che fanno battere il cuore agli appassionati: Franco Branciaroli, Paolo Fresu, Gabriele Lavia, Luca Marinelli, Anna Ferzetti diretta da Pierfrancesco Favino, e poi ancora Ambra Angiolini, Luca Barbareschi, Paolo Calabresi, Simone Cristicchi, Silvio Orlando, Umberto Orsini, Andrea Pennacchi, fino alle compagnie internazionali come Familie Flöz. Una programmazione che abbraccia autori di ogni epoca: da Goldoni con "Sior Todero Brontolon" a Pirandello con "Il berretto a sonagli", da De Filippo a O'Neill, fino ai contemporanei Cesc Gay, Paolo Genovese, David Mamet, Stefano Massini, Martin McDonagh, Duncan McMillan e Wajdi Mouawad.

Gli appuntamenti Fuoriserie confermano la vocazione del TSV di essere luogo di riflessione oltre che di spettacolo. A Venezia il Goldoni ospita le occasioni per "Pensare a teatro" con Buttafuoco sul dialogo interculturale, Cacciari sul potere, Galimberti sulla verità, mentre Padova propone le sue "Prove d'attore" con Fabrizio Gifuni, Toni Servillo, Pif, Margherita Mannino in spettacoli che affrontano temi urgenti come la violenza di genere, la memoria della Shoah attraverso i ricordi di Liliana Segre, le lettere di Aldo Moro. Treviso celebra invece le Olimpiadi Milano-Cortina con il "Festival Mythos", richiamando i giochi olimpici antichi dell'Iliade, con Federico Buffa chiamato a narrare la competizione tra storia e miti.

Il rapporto con il territorio si rafforza attraverso progetti consolidati come "Coltivare Teatro" e la rassegna "Far Filò" in collaborazione con Coldiretti Veneto, mentre a Padova il Teatro Maddalene inaugura la sua prima stagione dedicata con sei appuntamenti che affrontano temi sensibili dalla tossicodipendenza alla crisi climatica, dal body shaming alla manipolazione delle informazioni.

La campagna abbonamenti, aperta fino al 12 ottobre, mantiene invariati i prezzi e introduce novità come il nuovo turno del martedì a Padova e l'abbonamento universitari a soli trenta euro per sei spettacoli. Una stagione che si costruisce sulla fiducia del pubblico e sul sostegno di istituzioni e sponsor privati, confermando il Teatro Stabile del Veneto come presidio culturale fondamentale per il territorio. Perché ogni storia, davvero, ha il suo inizio.

Per maggiori informazioni e abbonamenti

FONDAZIONE TEATRO STABILE DEL VENETO - TEATRO NAZIONALE

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